III DOMENICA di PASQUA

Atti 3,13-15.17-19
Salmo 4
1Giovanni 2,1-5
Luca 24,35-48

Un annuncio così grande e strepitoso, come la Risurrezione di Gesù, si consuma quasi nel silenzio e poche persone hanno la grazia di vedere e sperimentare il Cristo Risorto… perché?, ci chiediamo…
Perché questa è la logica di Dio inaugurata con la grotta di Betlemme: dalla stalla, alla croce, al sepolcro vuoto… Dio si rivela così! Inspiegabilmente si rivela in questo modo per confondere il nostro orgoglio umano. Dio si manifesta umile e paziente: Egli non ama lo spettacolo, non cerca la platea per esibirsi…
Dio si preoccupa di creare i FATTI e li mette dentro la storia del mondo come semi che porteranno frutto. E la risurrezione di Gesù è “il fatto” per eccellenza compiuta da Dio, il fatto attorno al quale gira la storia.

I discepoli di Emmaus tornano di corsa a Gerusalemme e raccontano agli apostoli il loro incontro inatteso col viandante. Parlano concitatamente, mentre Tommaso e Pietro si sentono ancor più riempire il cuore.
Il viandante, la chiacchierata, i rimproveri, la locanda e quel gesto, unico, straordinario, splendido, che hanno visto fare cento volte: lo spezzare il pane. Ma, ora, oggi, qui, quel gesto è diverso, cambiato, trasfigurato e proprio in quel momento hanno riconosciuto il loro Signore.
Sì, amici, Gesù è veramente risorto, è davvero presente, egli è il Rivelatore del Padre.
Anche i dubbiosi o i feriti o i lacerati come Tommaso possono sperare: non c’è una scadenza per convertirsi alla gioia, abbiamo tutto il tempo che ci serve per abbandonare i sepolcri e lasciarci abitare.
E mentre i discepoli parlano del risorto, Gesù appare e porta la pace. Forse è successo anche a te, amico che leggi: Gesù risorto è arrivato al tuo cuore quando un altro te ne ha parlato, mettendosi in gioco, aprendoti il cuore. Succede così da duemila anni: quel burlone di Dio sveglia i nostri cuori attraverso le parole infuocate di quei suonati dei suoi discepoli.
Dio passa attraverso le nostre deboli voci, supera la barriera delle nostre incoerenze e delle nostre incongruenze e ci raggiunge proprio là dove non ci saremmo mai aspettati. Anche a me Dio è arrivato attraverso la predicazione dei testimoni del risorto.
Poco credibili, come i due di Emmaus, o come gli impauriti apostoli o come le donne al sepolcro. Le donne al sepolcro? Ma lo sa, Gesù, che le donne, in Israele non potevano nemmeno parlare in pubblico? A loro affida il messaggio della resurrezione?
Sì, fratelli, a noi. A noi deboli, fragili, incoerenti, zoppicanti, Dio affida il tesoro inestimabile della sua Parola.
I dubbi restano, anche dopo la resurrezione, anche se sei un apostolo doc. Gesù appare sempre come un fantasma, siamo nel dominio della fede, nessuno ci può garantire assolutamente che tutto ciò che diciamo sia evidente. Fede, fratello, fede. Solo con la fede possiamo sperimentare la concretezza della tenerezza di Dio.
Dio non è un’evidenza, non è palese, lo si cerca, lo si incontra, lo si perde. Tutta la vita è un superamento dei nostri dubbi. Se anche gli apostoli testimoni del risorto hanno dei dubbi, vuoi non averne tu?
Per annunciare il Risorto, per crescere nella fede, non abbiamo che un modo: lasciarci fare, lasciare che la Parola illumini la nostra intelligenza. Da diversi anni condivido questa Parola con voi, Parola che riempie il mio cuore, che attraversa la mia anima, che illumina la mia vita.
Siamo in tanti, fratelli, tanti cercatori di Dio, assetati di assoluto. La Parola letta con passione e intelligenza, non come turisti della cultura ma come mendicanti che elemosinano senso e tenerezza, ha spalancato il cuore alla fede di tanti di noi. Leggiamola questa Parola, approfondiamola, preghiamola, annunciamola, che riempia e scaldi, che annunci e converta.

Allora Gesù affida alla Chiesa il suo messaggio, di questo siamo testimoni, del fatto che Dio abbia deciso di divenire uomo, carne, ossa, sudore, pianto, stanchezza, gioia per raccontare il suo vero volto. Del fatto che Gesù, vero Dio, vero uomo, abbia voluto annunciare il volto di Dio fino alla fine, fino al dono totale di sé, fino al paradosso della croce. Che Gesù è risorto, vivo tra i vivi, perennemente presente nello sguardo della sua comunità. Che egli invia noi a raccontare del suo amore, e del desiderio di Dio di amare ogni uomo. Dio ci rende capaci di diventare discepoli, col cuore colmo di tenerezza e di gioia, con la consapevolezza che i nostri pur evidenti limiti non arrestano l’annuncio che fluisce e ci travolge.
Questa è la Chiesa, il sogno di Dio, discepoli consapevoli dei propri limiti che annunciano il Regno e lo vivono nella loro concretezza. Diversa dalla piccina immagine di chiesina che portiamo nel cuore, solo Dio è capace di renderci credibili perché veri.
Animo, discepoli, Dio vi chiama ad essere trasparenza del Risorto.

Pietà Signore, per tutte le volte in cui ti ho scambiato per lo spirito di un morto. Pietà, per tutte le volte in cui ti ho ritenuto un fantasma privo di corpo. Pietà Gesù, per tutte le volte in cui non ti ho riconosciuto nello spezzare il pane. Pietà, per tutte le volte in cui non ti ho riconosciuto in chi era nel bisogno. Pietà Maestro, per tutte le volte in cui ho rifiutato di capire. Pietà, per tutte le volte in cui non sono stato tuo testimone.

padre.ago