15 NOVEMBRE 2009

XXXIII DOMENICA DEL T. O. (Anno B)

Dal libro del Deuteronomio 12,1-3

Dal salmo 15

Dalla lettera agli Ebrei 10,11-14.18

Dal Vangelo secondo Marco 13,24-32

A passi veloci ci avviciniamo alla conclusione di questo anno liturgico (Anno B) e le letture della liturgia diventano in qualche modo più difficili da comprendere, per qualcuno persino imbarazzanti, per qualche altro, amante dei catastrofismi, l’occasione per trovare conferme alle proprie elucubrazioni. Proprio partendo da questi continui richiami alla fine del mondo, c’è una parola del vangelo di oggi che sgombra il campo da ogni tentativo di “sapere”: «Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Dunque tacciano gli indovini di sventure e tutti coloro che si rifanno a profezie e a date certe.

Gesù non vuole spaventare i suoi discepoli né tanto meno noi; egli vuole fornirci una chiave di lettura, farci acquisire una sapienza che trascende i fenomeni e va oltre, che supera il momento contingente per riportare tutto su un piano di più ampio respiro.“Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina”.Quali sono i segni che abbiamo trascurato di vedere tanto da trovarci ora quasi sguarniti di fronte alla marea di situazioni dolorose che ci sovrasta?

Nei decenni passati, quando nelle famiglie cominciavano a vedersi i primi cedimenti, le crepe nei valori fondanti, le facili giustificazioni agli errori educativi e alle deleghe, forse non siamo stati così saggi da intuire che si doveva dare più attenzione al problema.

Non abbiamo capito dove avrebbe portato questa nostra poca saggezza nel leggere i segni dei tempi ed ora vediamo intorno a noi situazioni familiari tanto dolorose che sembra quasi impossibile porvi rimedio.

Naturalmente il male è…contagioso e si propaga velocemente: neonati buttati nei cassonetti, giovani nell’inferno della droga, genitori che arrivano a gesti estremi, vecchi che finiscono i loro giorni senza alcun affetto e abbandonati. Per chi vive questi o altri drammi è come la fine del mondo, del suo mondo, di ciò che amava e dava sapore a tutta l’esistenza.

Gesù ci ricorda che Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Non le espressioni che sentiamo ripetere a tempo e fuor di tempo, spesso in maniera errata e diventate ormai luoghi comuni, ma la Parola di vita, quella che nutre come un pane, che disseta, che sostiene nel cammino.

In questa domenica la liturgia ci pone davanti il salmo 15 che inizia così: “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita”. Mettere la propria vita “solo” nelle mani di Dio, come figli che sanno dove sta il bene, il solo bene, gratuito e infinito, discreto e liberante, unico e fedele.

Il salmo termina con tre versetti da imparare a memoria per poterli “masticare” in ogni momento della giornata, soprattutto in quelli più difficili: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”. Quanta pace, quanta gioia, quanta dolcezza…senza fine!

Vediamo con i nostri occhi invece, come i maestri del pensiero di oggi spesso indicano strade che portano alla disperazione, alla tristezza, alla morte, ma la parola di Dio è per la vita; essa stessa è vita.

Chiediamoci quali parole di Gesù conosciamo, quali sono quelle che ci danno coraggio, ci consolano, ci fanno cambiare modo di vedere, ci convertono.

Mentre le chiacchiere, ammantate di scientificità, turbano e non poco le coscienze della povera gente, la Chiesa continua senza sosta a proclamare la Parola di Dio, a metterla nelle nostre mani nella speranza di trovare persone disposte a diventare eco della buona notizia: “il Signore è vicino”.

Signore Gesù, ti chiedo perdono se non ho ascoltato con fedeltà la tua Parola. Ho fatto altro e mi sono inaridita. Continua ad indicarmi il sentiero della vita, fammi gustare la gioia e la dolcezza di essere alla tua presenza. Donami di fare esperienza del tuo amore. Donami la sapienza perché come è scritto nel brano della 1^ lettura:”I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”. Amen.

CB 15.11.2009 MTM