La festa di oggi ci fa riflettere su una grande ricchezza di temi: Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla famiglia di Giuseppe e Maria. La famiglia da il tono alla vita, ci fa sperimentare la vita insieme, la gioia dell’andare, del camminare congiuntamente sulle strade di Dio e del mondo; è un sostegno nei momenti difficili; sviluppa la nostra maturità nell’amore, rende più facili e sopportabili gli impegni quotidiani, le battaglie del tempo presente. Anche la famiglia di Nazaret ha conosciuto la precarietà, la paura, la fuga dal pericolo che incombe, ma anche l’esperienza religiosa in casa e nel pellegrinaggio al tempio. Nella prima lettura troviamo il dramma di una donna, Anna la madre che dopo anni di sterilità ottiene la grazia di un figlio: Samuele. Come atto di ringraziamento, Anna lo consacra al Signore, riconoscendo di averlo avuto in dono. Il messaggio che questo racconto ci trasmette è che il figlio non è un diritto e una pretesa della donna, dell’uomo, della coppia, ma è un dono di Dio e ogni dono va accolto con amore e responsabilità, senza forzare ciò che la natura per misteriosi fatti non concede a volte agli sposi, ovvero la gioia di un figlio.

16756.html