dscf5902La giornata della Pace tenutasi il 23 gennaio 2010 presso la parrocchia di San Pietro a Campobasso, ha avuto come tema la CUSTODIA DEL CREATO, su cui si fonda quest’anno l’intero messaggio di Papa Benedetto XVI. In questo raduno gioioso, solcato da due canti offerte dal coro parrocchiale di S. Pietro, diretto da fra Ciprian OFMConv, “Signore, fa di me uno strumento della tua pace” e “Ubi caritas et amor, Deus ibi est”, l’Arcidiocesi di Campobasso con il Suo Pastore, Mons. Bregantini e guidati da fra Mimmo OFM, cappellano del carcere, ha voluto affrontare in vivissima sequenza le principali emergenze su tematiche ambientali come: acqua, energie rinnovabili, stili di vita, ecologia del cuore-ecologia della terra. Ad intervenire oltre ad una folta rappresentanza del mondo delle associazioni religiose-culturali come LIBERA, AGESCI, ORDINE FRANCESCANO SECOLARE, FAMIGLIA FRANCESCANA DEL MOLISE, UNITALSI, AZIONE CATTOLICA, FEDERAZIONE UNIVERSITARIA CATTOLICA ITALIANA, PAX CRHISTI, BOTTEGHE DEL MONDO, GIOVANI MARCIA MONDIALE DELLA PACE, don Nandino Capovilla, responsabile nazionale del movimento Internazionale di pace PAX CHRISTI e di Suor Aloise, comboniana in missione in Terra Santa.

Alle 18.30, ha avuto inizio la Seconda Marcia Diocesana per le strade della Parrocchia fino a raggiungere la Parrocchia di San Giovanni. Dopo il rientro alla comunità di San Pietro è stata consegnata la Lampada della Pace, dove arderà per un anno intero fino al 24 Gennaio 2011. 

Il Regno della Pace spesso ci si limita a sperarlo e non ad attuarlo. Ecco perché dalle varie testimonianze, così incisive, seguendo le indicazioni del Papa, è emersa, non solo l’esigenza di invocare la Pace, ma ancor di più la reale e comune sete di fissarla nella vita singola e locale, come in quella comunitaria, sociale, mondiale, perché germogli già da uno “sguardo rispettoso”, dentro relazioni limpide ed evangeliche. Un antico esegeta commentava: “Come il fuoco del fiammifero fa presa sulla fascina di legna, così l’alito di Dio ha fatto presa nei polmoni dell’uomo, ingenerandovi quel ‘va e vieni’ del fiato che è la respirazione. L’uomo rimarrà vivo finché la radice del soffio di Dio non sarà strappata dai suoi polmoni“. Si può dire che il filo d’oro dell’esistenza è il respiro che nasce e pervade il bisogno di pace che passa attraverso la vita, e segna la convivenza umana. E dentro questo respiro che è anelito a perseguire la Pace, l’evangelizzazione ne è il contesto, in cui collocare le questioni sociali su cui la Chiesa da tempo si sta concentrando, perché ogni gesto, intervento, servizio a favore della Pace siano pura trasmissione della fede in Cristo, che è il Principe della Pace, unica risposta alla domanda che ogni figlio di Dio è, alla propria ricerca di una convivenza tra diversità culturali e al bisogno di speranza che sempre più è visibile sulle nostre strade. Così come la pace è il sangue della vita di ogni uomo, l’acqua lo è per la terra. E rievocando le dolci parole di S. Ireneo che in momento di grande estasi dice che: “Il fango tremava di felicità nelle mani di Dio“, possiamo comprendere a pieno il monito del Papa quando invita tutta l’umanità a prendersi cura, a “custodire” la Terra che Dio ha dato in dono agli uomini perché siano responsabili e comprendano la vocazione, la dignità e il valore che essi hanno nel Creato come tutori e non come devastatori. Contemplare la bellezza del creato è stimolo a riconoscere l’amore del Creatore, quell’Amore che «muove il sole e l’altre stelle».

Ylenia Fiorenza