Si è persa una pecora, si perde una moneta, si perde un figlio. Si di­rebbero quasi delle sconfit­te di Dio. E invece l’amore vince proprio perdendosi dietro a chi si era perduto. Il Dio di queste parabole è un Dio che và dietro anche a uno solo. Uno, uno solo di noi, e per di più sbanda­to, è sufficiente a mettere Dio in cammino. Un uomo aveva due figli. Questo inizio, semplicissi­mo e favoloso, apre la pa­rabola più bella. Nessuna pagina al mondo raggiunge come questa il centro del nostro vivere, nessuna lascia trasparire come questa il cuore di Dio. Un Dio dif­ferente, diverso non solo da quello dei Farisei, ma an­che dall’immagine che noi ancora ci portiamo in cuore: un Padre che non vuole una casa abitata da figli­servi, obbedienti e scontenti, ma da figli-liberi, gioiosi e amanti. Il suo dramma sono due figli en­trambi insoddisfatti, forse perché si credono servi. Il più giovane se ne va, un giorno, in cerca di felicità.

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