s-pietroPIANO PASTORALE PARROCCHIALE

2010-2011

Accogliamo i figli di Dio

La Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Campobasso, si è proposta per quest’anno pastorale 2010-2011, in linea con i suggerimenti della Diocesi, di privilegiare la FORMAZIONE nelle diverse pastorali, con un occhio di predilezione alle famiglie.

Ambiti prioritari saranno:

LECTIO DIVINA;

Formazione del CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE;

PASTORALE BATTESIMALE;

INIZIAZIONE CRISTIANA;

PASTORALE GIOVANILE.

1. LECTIO DIVINA

Già l’anno scorso, per rispondere all’esigenza di formarsi alla scuola della Parola. Si era avviato un piccolo percorso di Lectio Divina partecipato soprattutto dai membri del CPP, dai catechisti ed dagli operatori pastorali.

In continuità con quanto vissuto e per dare la giusta centralità alla PAROLA nella vita della comunità, quest’anno la Lectio Divina è stata inserita nell’attività ordinaria della Parrocchia con due incontri mensili, precisamente il 2° ed il 4° mercoledì del mese.

L’obiettivo è quello di far giungere la Parola ad un sempre maggior numero di persone, per generare un circuito virtuoso attraverso il quale possa svilupparsi, a partire dall’ascolto, un’autentica vita di fede ed un rinnovamento interiore personale, familiare e sociale che renda sempre più vivo e visibile il volto di Cristo nella Parrocchia e nel quartiere.

Nei tempi forti (Avvento, Quaresima, Festa Patronale di S. Pietro) al posto della Lectio si farà un percorso di catechesi settimanale.

La partecipazione alla Lectio ed alla catechesi è richiesta primariamente ai componenti del CPP, a tutti i catechisti e ai collaboratori pastorali, nonché ai membri dei movimenti ecclesiali ed associazioni presenti in Parrocchia, affinché la Parola ascoltata, celebrata e vissuta, realizzi l’unità del corpo e tracci la via nella quale camminare tutti insieme per diventare autentici testimoni dell’Unico Signore!

2. Formazione del CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

L’attuale CPP, organismo di partecipazione del popolo alla cura pastorale della comunità parrocchiale, conscio del grande compito assunto, vuole fare un cammino di formazione che possa consentire ai numerosi operatori l’acquisizione di specifiche competenze per poter svolgere un fruttuoso servizio nella chiesa.

A tal fine, ha deciso di porre alla base del percorso i quattro cardini presenti in Atti 2,42 Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”.

– Il primo cardine sarà volgere una particolare e rinnovata attenzione all’ascolto comunitario della Parola nella Lectio e attuare un attento studio dei documenti della chiesa in particolare della nota pastorale della CEI: “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” che, grazie alla bella intuizione del parroco, è diventato libro di testo per tutti gli operatori pastorali.

– Il secondo sarà la perseveranza nella vita di comunione con tutti.

– Il terzo sarà il ritrovarsi con fedeltà intorno all’Eucaristica per attingere nutrimento e forza.

– Il quarto sarà l’unità nella preghiera per riuscire ad avere “un cuor solo e un’anima sola”.

Gli operatori sono coscienti che “una pastorale tesa unicamente alla conservazione della fede e alla cura della comunità cristiana non basta più. È necessaria una pastorale missionaria, che annunci nuovamente il Vangelo, ne sostenga la trasmissione di generazione in generazione, vada incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l’esistenza umana conformemente al Vangelo e, nel nome del Vangelo, contribuire a rendere nuova l’intera società” (v. Nota CEI).

Vanno pertanto acquisite:

una saggezza pastorale che suggerirà gli opportuni adattamenti e i passaggi necessari per rendere praticabili i diversi progetti nati nei vari servizi;

la capacità di discernere la volontà di Dio;

la prudenza di misurare ogni cosa sulle situazioni locali, avendo sempre la volontà di partecipare a un processo che vede impegnati tutti.

Ciò significherà:

imparare a valutare, valorizzare e sviluppare le potenzialità missionarie già presenti, spesso in forma latente, nella pastorale ordinaria;

avere il coraggio della novità che lo Spirito chiede oggi alle Chiese;

incrementare la dimensione dell’accoglienza affinché tutti possano trovare nella parrocchia una porta aperta nei momenti difficili o gioiosi della vita. L’accoglienza, cordiale e gratuita, è la condizione prima di ogni evangelizzazione. Su di essa deve innestarsi l’annuncio, fatto di parola amichevole e, in tempi e modi opportuni, di esplicita presentazione di Cristo, Salvatore del mondo.

3. PASTORALE BATTESIMALE

Il CPP, nell’incontro di verifica di giugno 2010, aveva evidenziato la necessità di ampliare il gruppo di catechisti per la pastorale battesimale al fine iniziare con le famiglie che chiedono il battesimo del figlio un vero e proprio cammino non finalizzato solamente al sacramento, ma alla scoperta o riscoperta della fede e del ruolo che i genitori in quanto primi testimoni ed educatori dei figli.

Si è così scelto di attingere “forze” dalla pastorale familiare e dai diversi gruppi ecclesiali presenti in parrocchia, creando un insieme di persone, perlopiù coppie, con un buon bagaglio di esperienza di vita cristiana. Punto di forza dell’equipe la catechista che negli anni ha avuto il compito della catechesi battesimale. Con questa equipe si è iniziato un cammino di formazione a tappe forzate.

Obiettivi della formazione:

  • l’amalgama del gruppo di catechisti laici, padri e madri di famiglia, che, conoscendo i problemi della coppia con figli piccoli per averli vissuti in prima persona, saranno capaci di facilitare i rapporti favorendo lo scambio di esperienze e il coinvolgimento di tutti;
  • la riscoperta della centralità della pastorale del battesimo e della catechesi alle giovani famiglie;
  • la celebrazione dei battesimi in un clima di solennità e di gioia durante la messa domenicale della comunità: l’ultima domenica del mese, all’Immacolata e nei tempi forti dell’anno liturgico;
  • la proposta di mantenere i rapporti con le famiglie attraverso incontri annuali nei tempi forti dell’anno liturgico:nella domenica del Battesimo di Gesù, prima di Pasqua, prima di Pentecoste ed ad ottobre all‘inizio dell’anno pastorale. Le modalità di questi incontri è tutta da inventare;
  • il sostegno alle famiglie nell’educazione religiosa a partire dalla prima infanzia.

Ci si augura di riuscire a creare con le famiglie relazioni personali e significative e di dar vita ad appuntamenti fissi durante l’anno per rendere, a genitori e ai bambini, più familiari gli spazi della parrocchia, l’ambiente della chiesa con i suoi segni, i canti, i padri con le loro peculiari capacità di accoglienza.

Questa esperienza è una sperimentazione da portare avanti e da mettere a punto costantemente. Si tratta di assumere atteggiamenti di grande apertura e duttilità per poter riuscire a cogliere le esigenze, le richieste e le speranze delle famiglie e vivere l’esperienza catechetica come un tempo di grazia, di arricchimento per tutti.

4. INIZIAZIONE CRISTIANA

La nostra Parrocchia ha intrapreso, dall’anno scorso, il nuovo percorso di formazione di Iniziazione Cristiana dei fanciulli che inizia dalla prima classe delle elementari alla quinta, proseguendo fino alla terza media con i corsi di post-comunione e con il precorso di formazione per la cresima.

L’attività pastorale inizia ufficialmente dal 4 ottobre, festa di S. Francesco e si conclude il 29 giugno con la festa di S. Pietro, patrono della parrocchia.

L“Iniziazione Cristiana” si articola in distinti percorsi:

  • Il primo è destinato ai bambini/e di prima e seconda elementare: dopo la Liturgia Eucaristica domenicale i piccoli vengono accolti da un gruppo di animatori con i quali iniziano un cammino catechetico semplice e giocoso, con scadenza mensile.
  • Il secondo percorso, con un incontro a settimana, è rivolto ai bambini/e di terza elementare in cui la riflessione catechetica assume maggior compiutezza e organicità incentrandosi sulla figura di Gesù.
  • Il terzo è per i ragazzi della quarta elementare ed ha come scopo prioritario quello di condurli con una accresciuta maturità al Sacramento della Riconciliazione. È previsto un incontro settimanale.
  • Il quarto rivolto, ai ragazzi della quinta elementare: riassumerà diversi momenti di approfondimento su Gesù e sul suo , portandoli al compimento nel Sacramento dell’Eucaristia con un incontro settimanale.
  • Il quinto è per i ragazzi di prima media, che hanno fatto la Prima Comunione (gruppo post-comunione): prevede un percorso semplice e ricreativo poiché ha come scopo di coinvolgere i ragazzi nella vita della parrocchia per aiutarli a costruire relazioni di amicizia, senza tralasciare la preghiera e il commento al Vangelo.
  • Il sesto percorso è rivolto ai ragazzi di seconda media (primo anno di Cresima) che, in relazione alle loro problematiche e curiosità, iniziano ad approfondire argomenti più importanti e a maturare la Fede.
  • Infine il settimo è rivolto ai ragazzi di terza media (secondo anno di Cresima) nel quale viene approfondita l’importanza dei Sacramenti, in particolare quello della Cresima che si preparano a ricevere. Particolare attenzione sarà data allo Spirito Santo e ai suoi doni e al valore della testimonianza dei cristiani nel mondo di oggi.

In ogni gruppo verrà sottolineata l’importanza della partecipazione domenicale e il legame con i momenti forti dell’anno liturgico come l’Avvento, la Quaresima, ecc. anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie. A questo scopo si è deciso di incontrare mensilmente i genitori per cercare di collaborare insieme nella crescita della Fede.

Sono previsti ritiri spirituali alla fine dell’anno per i bambini che si preparano a ricevere un particolare Sacramento (la Confessione, la Comunione, la Cresima) mentre durante l’anno ci saranno giornate di spiritualità, di formazione e di verifica per i soli catechisti.

5. PASTORALE GIOVANILE

Particolare attenzione verrà data al percorso di Cresima che per i giovani-adulti arricchito ogni anno di nuove esperienze. E i frutti cominciano a maturare. Crediamo che i perché siano da cercarsi proprio nell’ età dei giovani partecipanti, ormai distanti da quella del bullismo e della spavalderia tipica dei 15–16 anni.

A 25–28–30 anni cominciano a sorgere i grandi interrogativi, si inizia a vedere che gli anni stanno passando, si vorrebbero raccogliere dei frutti, per alcuni c’è lo sganciamento dalla famiglia, per altri lo sfaldamento dei sogni coltivati o l’incertezza del futuro.

In mezzo a tutto questo insieme di sentimenti affiora anche il desiderio di una vita più spirituale. Si inizia a dare meno importanza alle cose mentre si cerca una maggiore realizzazione interiore, che possa almeno calmare le attese e ridare speranza. Si percepisce tra questi giovani-adulti una forte necessità di ascolto, di dialogo, di relazione, di fare gruppo, di condividere, di sentirsi affiancati.

Il gruppo di giovani che hanno già ricevuto la Cresima, maturi nella fede per la potenza dello Spirito Santo, hanno espresso il desiderio, tanto auspicato durante il percorso dello scorso anno, di continuare a vivere incontri gioiosi e partecipati, manifestando l’attesa di ritrovarsi, la voglia di sapere, il desiderio di scoprire l’“appartenenza” alla Chiesa. Per aver gustato la gioia dell’appartenenza quest’anno, è nato il desiderio di continuare gli incontri con cadenza mensile.

La Parrocchia di S. Pietro, tramite i suoi animatori, cerca di leggere con sapienza e delicatezza il loro vissuto di fede e di cogliere la loro gioia di sentirsi bene perché accolti e ascoltati, senza finzioni o forzature, certi di non essere più da soli. Si stanno raccogliendo piccoli, ma significativi frutti di nuove amicizie, inizio di apertura alla preghiera, frequenza alla Messa domenicale, servizio alla carità e alla catechesi.

La realtà degli adolescenti della parrocchia è alquanto preoccupante.

Senza alcun dubbio la fascia di età più difficile da accogliere e “tenere” in parrocchia è quella degli adolescenti (14-17 anni). Vari sono i motivi che li individuiamo così:

mancanza di relazione in famiglia con conseguenza di una non presenza del ruolo genitoriale;

mancanza di autostima, ragazzi che non si sono accolti, valutati, amati;

modelli sbagliati proposti dalla società, come il bullismo, il consumismo;

mancanza di spazi di “aggregazione”;

carenza di figure capaci – formatori educativi – di accoglienza e relazione;

difficoltà ad esternare e condividere vissuto personale e vari problemi tipici dell’età.

Vi è poi la grande facilità sul mercato di trovare altri spazi e altre opportunità più appetibili di una parrocchia o di un oratorio: il pub, la piazzetta, il sottoponte.

La nostra sfida è questa: OFFRIRE VERE E SERIE ALTERNATIVE… Domanda: quali e come?

CONCLUSIONE

Un proverbio cinese dice pressapoco: “chi vuole raccogliere subito deve SEMINARE riso”… seminare formazione! Non sappiamo quanto tempo ci vorrà, forse decenni, prima che i processi che ora iniziamo concretamente a mettere in moto portino frutti, e non sappiamo neanche quali potranno essere questi frutti. Certamente saranno frutti per la vita, se sapremo avere fiducia nella presenza di Dio che riempie l’universo e ogni tempo. Ma l’importante è iniziare a seminare, altrimenti corriamo il rischio di non avere mai dei frutti. Ed è importante iniziare a seminare “formazione“, il prodotto più raro di questi tempi, ma anche quello di cui abbiamo più necessità.
In effetti, la Parrocchia esige un vero e proprio cammino di fede, che insegni i contenuti della fede, a confrontarli con la propria vita, che insegni a pregare e meditare, che aiuti ad essere cristiani nei diversi ambienti -lavoro, famiglia, vita sociale, ecc.. Eppure è di questo ciò di cui abbiamo bisogno.
Un tale cammino, se ci poniamo in ascolto, ci verrà dato dal Signore stesso: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2, 7 e ss.). Insieme, nello spirito comunionale, con quella tensione “missionaria”, che deve caratterizzare le nostre scelte pastorali: “Una parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone, soprattutto degli adulti, da raggiungere nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo; occorre in particolare riconoscere il ruolo germinale che per la società e per la comunità cristiana hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione al matrimonio, nell’attesa dei figli, nella responsabilità educativa, nei momenti di sofferenza … L’impegno non è facile, ma è esaltante. Esserne protagonisti è un dono di Dio. Bisogna viverlo insieme, in un clima spirituale “alto”. Ce lo chiede il Signore, che, come a Paolo, continua a ripetere a ciascuno: «Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere… perché io ho un popolo numeroso in questa città» (At 18,9–10)” Nota pastorale della CEI.

INSTRUMENTUM LABORIS

  • La Sacra Bibbia;
  • Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” Nota pastorale della CEI;
  • Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” Orientamenti pastorali della CEI per il primo decennio del 2000;
  • La sfida educativa” Rapporto-proposta sull’educazione a cura del Comitato per il Progetto Culturale della CEI)

Campobasso, 16 Settembre 2010

Il Consiglio Pastorale

La comunità dei frati