02 gennaio 2011

II Domenica dopo Natale

Dal libro del Siracide 24,1-4.12-16

Dal Salmo 147

Dalla lettera di S. Paolo agli Efesini 1,3-6.15-18

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

Nessun filosofo, scrittore o poeta avrebbe potuto cantare del Verbo di Dio come è nel prologo del vangelo di S. Giovanni. Questo apostolo sì che possedeva lo spirito di sapienza e aveva gli occhi del cuore illuminati: aveva compreso quale speranza apriva l’Incarnazione del Figlio di Dio.

La liturgia della Parola della seconda domenica dopo il Natale vuole proclamare di nuovo questa verità eterna: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” ; il versetto poi continua “e noi abbiamo contemplato la sua gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.

Quel “noi” dice tutto; ci racconta del gruppo di amici che da cercatori di Dio sono stati cercati, da anonimi diventano intimi, da lontani diventano vicini, da sconosciuti diventano comunità di apostoli, capace di dare testimonianza alla verità.

L’inno è il documento a questa verità, sottoscritto da colui che aveva poggiato il capo sul cuore di Gesù: Giovanni, il più giovane tra gli apostoli, è stato il più grande nel parlare di Gesù, Verbo di Dio incarnato.

Il suo amore per il Signore gli fa affermare “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”. Quanta realtà in questo versetto e quanta tristezza!

Anche oggi, come ieri, non accogliamo il Figlio di Dio: preferiamo rimanere nelle nostre nebbie, fatte di non conoscenza, di dubbi, di incertezze se non di falsità. Eppure è venuta “nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”.
L’evangelista sottolinea ancora con forza:“Il mondo non lo ha riconosciuto”. E’ vero, ma oggi dobbiamo e vogliamo porci una domanda :«Io l’ho riconosciuto? Cerco la luce vera? Cerco Dio e il suo amore di padre?».

Gesù è venuto a donarci proprio questo: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. Nel Figlio acquisiamo il diritto di muovere le labbra e pronunciare l’Abbà che il cuore sperduto di ogni uomo desidera dire al Padre da cui proviene e che il cuore di Dio Padre desidera sentire dalle nostre labbra e attende dall’eternità.

Dio vuole comunicare all’uomo il suo amore ed ha compiuto il miracolo: il Verbo si è fatto carne in Gesù di Nazaret ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, per sempre. Alleluja!

Signore, luce del mondo, che hai posto la tua tenda in mezzo agli uomini, non permettere che i nostri occhi rimangano velati; con le parole di s. Paolo ti preghiamo di donarci uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di te. Illumina gli occhi del vostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci hai chiamati. La tua sapienza ponga le sue radici profondamente nel nostro cuore affinché possiamo avvicinarci alla Parola come l’affamato si avvicina al cibo e l’assetato all’acqua e averne ristoro. Vogliamo vivere questo anno nella tua luce, custodendo nel nostro cuore tutto ciò che la tua grazia vorrà donarci. “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”. Grazie, Signore Gesù. Amen.

CB 02.01.2011 MTM