10 luglio 2011

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A)

Dal libro del profeta Isaìa 55,10-11

Dal Salmo 64

Dalla lettera di San Paolo ai Romani 8,18-23
Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-23

“Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia”.

La scena potrebbe essere scambiata con una delle tante che ci sono oggi sulle nostre coste. Tutto è uguale: mare, folla, barca, spiaggia. La differenza è che non c’è la musica assordante sparata da potenti altoparlanti, non ci sono gli snervanti trilli dei telefonini, né le grida, spesso sguaiate, di ragazzi che si rincorrono. C’è Gesù che parla e la gente che ascolta, presa totalmente dalle sue parabole.

All’inizio delle ferie, dunque, quando siamo già troppo stanchi di ascoltare e di pensare, la liturgia ci pone davanti la parabola del seminatore per ricordarci la fecondità della Parola accolta e attualizzata. In questo tempo “libero” dagli impegni ci sarà spazio per ascoltare come facevano le folle quando parlava Gesù?

La sua didattica comunicativa è straordinaria: con racconti e paragoni semplici, presi dalla vita quotidiana, entra nel vissuto delle persone e lo trasforma in un campo dove seminare a piene mani.

Il seminatore di cui ci parla è un uomo generoso: lancia i suoi chicchi ovunque, non teme fallimenti perché pieno di fiducia. La strada, i sassi, i rovi e la terra fertile ricevono la giusta quantità di seme: a tutti è data un’opportunità, ma i risultati sono molto diversi. Bellissima e appropriata l’immagine che il profeta Isaia ci dà quando paragona la Parola di Dio ad una pioggia che scende dal cielo e non vi ritorna se prima non ha irrigato, fecondato e fatto germogliare la terra affinché produca frutto.

Viene naturale confrontarsi con i vari tipi di terreno elencati da Gesù, come pure interrogarsi sulla percentuale di resa che produciamo.

Proprio ieri mi è stato raccontato che molti profughi extra-comunitari, presenti nel campo di accoglienza di Campochiaro, hanno la Bibbia. Sono rimasta profondamente meravigliata: nella loro fuga hanno abbandonato il poco che possedevano e hanno scelto di portare ciò che per loro è indispensabile: la Parola di Dio. Una testimonianza che mi ha fatto riflettere e interrogare.

Gesù ci conosce, sa che ci deve parlare con semplicità e usa le parabole. Ne leggeremo parecchie anche nelle domeniche seguenti e saranno per noi un modo per riprendere un ascolto sapienziale che forse abbiamo tralasciato.

I tre verbi di una fruttuosa coltivazione sono: irrigare, fecondare, germogliare, ma grande importanza riveste il luogo in cui cade il seme. Gesù ne elenca quattro: la strada dove i semi vengono mangiati subito dagli uccelli, i sassi tra i quali la poca terra non permette la radicazione dei teneri germogli, i rovi che con i loro robusti rami soffocano le piantine e il terreno buono che dà frutto in misura diversa. Lapidaria la conclusione del racconto da parte di Gesù:«Chi ha orecchi, ascolti».

Viene voglia di rimanere in silenzio a pensare: quale terreno sono? Quanto seme è stato seminato nel mio terreno? Quanto frutto ha portato?

Gesù dice: “Beati i vostri orecchi perché ascoltano”; mi chiedo se viviamo questa beatitudine. Molti santi hanno cambiato vita, si sono convertiti, dopo aver ascoltato un solo versetto della Sacra Scrittura. Hanno riconosciuto che Dio parlava loro attraverso quelle parole; si sono lasciati irrigare, fecondare, germogliare e hanno portato molti frutti.

Quanta Parola di Dio è arrivata alle mie orecchie? Quanto profonda è la mia sordità?

Signore ti ringrazio perché continui a seminare la tua Parola in me. Perdonami quando sono strada asfaltata e infeconda e lascio che mi rubino i tuoi semi, quando sono luogo sassoso e arido e non permetto alla tua Parola di mettere radici, quando le spine dei miei risentimenti la soffocano. Ti chiedo di lavorarmi, di sgombrare il mio campo dalle erbacce, di vangarmi per trasformare le aride zolle in terreno fertile. Signore Gesù questo è il tempo dell’ascolto e dell’accoglienza della tua Parola; rendimi zolla feconda per portare frutti. Amen.

CB 10.07.2011 MTM