16 DICEMBRE 2012

III DOMENICA DI AVVENTO – GAUDETE

Dal libro del profeta Sofonìa 3,14-18

Isaia 12

Dalla lettera di S. Paolo ai Filippési 4,4-7

Dal Vangelo secondo Luca 3,10-18

Nel vangelo di questa domenica della gioia Gesù viene interrogato da diverse categorie di persone tutte desiderose di avere un suggerimento su come comportarsi: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Glielo chiedono la folla, i pubblicani, i soldati. Glielo chiediamo anche noi. Alle folle Gesù rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto»; ai pubblicani: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» e ai soldati «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Dalle risposte emergono alcune direttive valide per tutti: condivisione, giustizia, rispetto. Sono gli atteggiamenti da acquisire per essere cristiani e stare nella società. Gesù non ha chiesto l’impossibile, ha indicato la via per vivere bene e a far vivere bene anche l’altro, impegnandosi in prima persona,

Nel periodo natalizio sembra che la generosità sia d’obbligo, ma poi a cosa si riduce? Qualche vaglia di pochi euro ad associazioni di volontariato, qualche offerta ai poveri incontrati fuori dai centri commerciali e soprattutto una marea di regali, spesso inutili, da scambiare con amici che non ne hanno proprio bisogno.

“Chi ha due tuniche … chi ha il carrello stracolmo di cibo … chi ai cenoni mangerà fino alla sazietà e oltre … chi riceverà talmente tanti cesti natalizi da dover ampliare la cantina per contenerli … chi avrà molti giocattoli con i quali non giocherà mai … chi … chi … ha di più ne dia a chi non ne ha.

Lo stesso discorso vale per coloro che devono esigere qualcosa da qualcuno: il “non esigete” può significare sapersi accontentare di ciò che si ha, senza per questo nutrire sentimenti di rivalsa o di invidia verso chi possiede di più. E la raccomandazione di non maltrattare è sì per i soldati ma è anche per noi. Tre categorie, tre risposte utili a tutti.

S. Paolo scrivendo ai cristiani di Filippi dà una ulteriore pennellata di stile circa il comportamento dei credenti in Cristo: essere sempre lieti ed essere amabili.

Si obietterà: – Come essere lieti in questi tempi difficili? – La letizia e l’amabilità di cui parla l’apostolo non hanno niente a che vedere con le futili gioie del mondo e con i “trenini” chiassosi dell’ultimo dell’anno Egli parla di una gioia profonda e di una pace “che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”. Come a dire che l’equilibrio e le buone maniere non sono solo frutto di capacità umane, ma dono di Dio e siccome è tempo di regali forse dovremmo chiedergli proprio questi doni. Da parte nostra dobbiamo impegnarci a ricambiare “donando” ciò che possiamo ai suoi prediletti, cioè alle persone che sono nel bisogno. E sarà certamente un Natale diverso.

Signore ci affanniamo nel procurarci troppe cose per il corpo: vestiti, cibo, oggetti mentre dimentichiamo di rifornire la nostra anima. Non ci diamo pena se non le diamo il nutrimento necessario, se trascuriamo le sue esigenze. Eppure questo è un tempo prezioso per concederci silenzio, riflessione, preghiera. Perdonaci. Ti preghiamo affinché questa attesa di Te si trasformi in tempo di ripensamento e di meditazione, di verifica e di nuovi progetti, di rinascita a nuova vita. Amen.

CB 16.12.2012 MTM