La passione di Gesù è un racconto segnato dalla violenza e dal tradimento. Ma non è solo questo: la passione è anche un canto alla vita. Dall’alto della croce, Gesù non chiede consolazione per sé. Si preoccupa, invece, di quel piccolo gruppetto che sotto la sua croce: la madre e il giovane discepolo. In questo discepolo c’è il volto di ognuno di noi: e Gesù ci affida tutti alla madre. E viceversa, come sta scritto: “Da quel momento discepolo la prese in casa sua”. È un piccolo episodio, ma è la prima vittoria della vita sulla morte. E’ il primo frutto della croce, dell’amore che è più forte della morte. Mentre infatti tutto sembra finire e i nemici della giustizia e del Vangelo cantano vittoria, dalla voce di uno sconfitto nasce un’amicizia nuova, una solidarietà tra il giovane discepolo e l’anziana madre. È il primo segno della resurrezione o, se si vuole, il primo frutto della morte di Gesù. Sulla croce, veniva sconfitta la legge dell’amore per se stessi e iniziava un’amicizia nuova: una piccola famiglia, unita non dalla carne e dal sangue, ma dall’amore del Signore crocifisso.

20090915.shtml