8 DICEMBRE 2009

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Dal libro della Genesi 3,9-15.20

Dal salmo 97

Dalla lettera di S. Paolo agli Efesini 1,3-6.11-12

Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38

Giorno glorioso e santo che poni davanti a noi l’icona della gioia e della disponibilità, dell’innocenza e della determinazione, dell’umiltà e della grandezza, dell’obbedienza, del silenzio e dell’accettazione: Maria, la tutta santa, la vergine delle vergini diventata madre!
Oggi la Chiesa ci dona di nuovo Maria, modello di attesa nella fede e nella fedeltà.
La storia comincia già nel paradiso terrestre, cioè nel luogo dove gli equilibri sono perfetti tra le creature e il Creatore. Vi regna un amore senza condizioni e ogni essere vivente è in armonia con gli altri e con Dio. Ma l’invidia di qualcuno interviene a rompere questa pace: non è possibile che fragili esseri umani godano dell’amore totale di Dio mentre gli angeli ribelli ne sono volontariamente lontani!
E la fragilità dell’uomo, cadendo vittima della tentazione, fa il resto. Quel peccato ha piegato il cuore di Dio fino alle promesse di liberazione dal male. Per il tentatore una vittoria meschina, dunque, perché già da allora la figura di una donna si erge a vincere i legami del male.
Il primo e l’ultimo versetto del salmo responsoriale sono un invito pressante all’esultanza e alla gioia: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie”. “Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!”. Se una cosa dobbiamo riscoprire in questa festa è la gioia; anche le raffigurazioni della Vergine tentano in vario modo di mostrare questa gioia; nelle nostre chiese infatti  troviamo numerose statue della Vergine dal volto sorridente come quella della Libera nel convento di Cercemaggiore.
Come non essere nella gioia se le prime parole che sente Maria sono un invito all’allegrezza perché il Signore è dalla sua parte, le è vicino, è con lei? Certo da parte della fanciulla c’è un turbamento: se ne stava silenziosamente assorta nella preghiera, era tutta presa da un intimo colloquio con Dio quando viene distolta da un saluto che forse dice “troppo” per una semplice ragazza di Israele.
E’ come l’inizio di una nuova creazione, una specie di nuovo “Big-bang”, uno sconvolgimento totale nella vita di questa dolce adolescente che sembra fragile eppure è tanto forte al punto da tener testa al misterioso interlocutore. Maria, infatti, pone domande, cerca di discernere quanto sta accadendo. “L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”
Dopo questa spiegazione Maria non si ferma, mantiene la sua lucidità e prosegue nelle domande ricevendo risposte che non avrebbero tranquillizzato nessuno, ma lei sa, conosce le scritture, sa della promessa, comprende che la realizzazione del piano di Dio passa per la sua povera persona e accetta:”Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei”.
Maria rimane sola, in silenzio, con tutto il peso che questa notizia le ha messo sulle spalle. Eppure Ella sente di non essere più da sola, avverte di essere entrata nell’intimità di Dio, ma non rimane ad autocontemplarsi, anzi si risolleva e si mette in viaggio per andare da un’altra “miracolata” Elisabetta sua cugina, sterile, avanti negli anni, eppure al sesto mese di gravidanza per grazia di Dio.
Come non gioire, come non cantare, come non alzare la voce e proclamare “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie”. Lei, da quel momento, vedrà  di giorno in giorno le meraviglie del Signore: alcune volte le capirà, altre no . Continuerà in cuor suo a porsi domande che la porteranno a dare sempre e solo un’unica risposta: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Quante cose sono capitate a questa tranquilla ragazza israelita! Forse, troppo facilmente, ci viene da fare un paragone con le ragazze di oggi e invece no: il paragone lo dobbiamo fare  personalmente con questa donna che, prescelta da Dio, ha messo a disposizione tutto se stessa, rinnovando la sua disponibilità quotidianamente.
Tornano alla mente di ognuno i buoni propositi fatti e mai portati a compimento, gli impegni presi e assolti solo parzialmente, il tempo perso in attività inutili, le noie che hanno avvilito talvolta le nostre giornate.
Sull’esempio di Maria vogliamo cominciare a ritessere con Dio i fili di un colloquio che forse abbiamo interrotto, vogliamo porre domande e cercare risposte, vogliamo imparare a scorgere i segni della Sua presenza nel nostro cammino e soprattutto vogliamo prorompere in un canto di ringraziamento e di lode per tutto ciò che il Signore ha fatto e continua a fare per noi.

Vergine santa, piccola donna di Israele, per il tuo Sì la salvezza mi ha raggiunta, l’amore di Dio si è fatto vicino, la Sua Parola si è fatta carne e è giunta alle mie orecchie, istruendo il mio cuore. Per il tuo Sì la tristezza ha lasciato il posto alla gioia perchè la morte è stata vinta dalla Vita che si è intessuta nel tuo grembo verginale: Gesù. Ti chiedo di avere per me la stessa sollecitudine che hai avuto per Elisabetta e di rimanermi accanto nel momento del bisogno. Affido a Te, Madre della Chiesa, coloro che, imitandoti, con il loro sì, celebrano il Mistero di salvezza in ogni angolo del mondo, spezzando per noi il pane della Parola e dell’Eucarestia. Amen.

CB 08.12.09 MTM