È Natale… Dio prende forma umana: “il Verbo di Dio si è fatto carne!”. Qual è l’essenzialità di Dio? Sì, esiste un essenzialità anche per Dio… è un bambino che nasce , un bambino, persona genuina e semplice, indifeso… ieri notte abbiamo sentito: Non abbiate paura… Di chi dobbiamo aver paura? Di un bambino? Un povero bambino, uno mite, umile che ha sfidato gli orgogliosi abitanti di questo mondo: solo Dio poteva presentarsi così, cari fedeli! Solo Dio poteva vincere così! Per questo il Natale di Gesù è una cosa seria, è una cosa grande, è un momento decisivo per tutti.
Fra le migliaia di nascite che in questo giorno avvengono contemporaneamente nel mondo, c’è la nascita di un bimbo chi coinvolge il mondo intero. Nasce in una grotta, ma è il Re dell’universo, nasce povero, ma è il Re del cielo. Pensate… che stupore, ma anche quanto mistero…
La grotta che l’accoglie sembra una tomba e la sua culla è una mangiatoia, ma Egli è il Signore del mondo. Sentiamo ancora di guerre e di disastri, ma egli è il Principe della pace. Lo annunciano presente nel mondo gli Angeli di Dio; annunziano la pace, cantano l’amore e la gloria del Signore.
Dio, carissimi, ieri notte si è umiliato nella carne. Siamo invitati anche noi ad entrare numerosi più che mai nelle nostre chiese, con la stessa umiltà di quei pastori. Ciò che è povero, ciò che è piccolo agli occhi della carne, diventa grande a quelli della fede. Anche noi gustiamo nel profondo la gioia di quella nascita nel tempo del Dio eterno: egli si è fatto come noi, per essere uno di noi.
Vuole immergersi nella storia del mondo e di ognuno di noi. Egli viene a redimere la storia, a cancellare il peccato e ad infondere una nuova energia vitale, che ricrea l’uomo nella giustizia e nella santità. Il presepe più vero è quello che celebriamo sull’altare: quei frammenti di pane diventano il suo corpo per nutrirci del divino; quel poco vino diventa sangue di quel bimbo che vuole ancora inebriarci del suo amore.
Dio stesso è venuto sulla terra, si è fatto infinitamente piccolo, bambino, carne, uno di noi. Ci ha rivelato la potenza del suo Amore. Non ha aspettato che diventassimo capaci di amarlo, ma Lui ci ha raggiunti per primo, si è fatto visibile, si è fatto UOMO. Mistero del Natale, Mistero del DIO che si fa UOMO perché l’UOMO diventi DIO. Gesù è venuto a riscaldare i cuori, a ridare a ogni uomo la speranza di una vita nuova, capace di espandersi e di traboccare tutt’intorno.
Il miracolo di Betlemme è tutto qui: una stalla diventa “paradiso” quando accoglie Dio. Il nostro cuore diventa “paradiso”, casa di Dio quando lo accogliamo… Questa è la bella notizia del Natale. E Dio nasce soltanto quando l’egoismo è vinto, quando il dialogo è aperto, quando l’umiltà diventa perdono, quando la carità diventa servizio.
Fermiamoci, allora, insieme davanti alla grotta di Betlemme, davanti a Dio che è venuto per cercare me, per cercare te, per cercare ogni uomo smarrito nei sentieri aspri del peccato e della cattiveria. Il Natale è lezione di bontà e di gratuità. Quanto c’è da cambiare, quanto c’è da imparare!
Possiamo avere la casa più bella del mondo: ma se non abbiamo accolto Dio nel nostro cuore, cuore casa di Dio, siamo niente, abbiamo corso invano questi giorni! Se invece abbiamo Dio nel cuore, possiamo essere i più poveri del mondo ma siamo i più felici.
È Lui che viene “ad abitare in mezzo a noi”. Non siamo noi a cercarlo, è Lui che viene a trovarci. È Lui che vuol essere uno di noi, vuole essere l’Emanuele che significa Dio-con-noi, non contro-di-noi. Entrare nella nostra carne per vivere i nostri sentimenti, le nostre gioie, sperimentare i nostri dolori e le nostre fatiche. È Gesù, carissimi, che da calore alla nostra capanna, il nostro cuore…
Ripensando alle bellissime e profondissime parole del Vangelo di oggi, la mente mi si blocca sempre su questa frase: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Eppure il mondo non lo ha riconosciuto, i suoi non lo hanno accolto”. È terribile, è tragico quello che è successo e succede ancora: Dio vuole prendere o, meglio, vuole stabilire, la sua dimore nei nostri cuori e non lo accogliamo… Quando il mondo non si accorge di Dio allora si fa buio! Era buio ed è buio ancora adesso per coloro che non lo riconoscono, non lo accolgono e non sono più capaci di lodare e ringraziare il Dio della vita.
Mentre rifletto seriamente su di essa, mi viene in mente il dormiglione del presepe, la statuetta che rappresenta il dormiglione… Forse quel dormiglione è la metafora di quanto sento in me e attorno a me. Mi piace pensare che Gesù nasce anche per il dormiglione che non lo attende, che non lo accoglie. E per noi, indaffarati e sazi, incapaci di stupore davanti a quel cucciolo di Messia. Il Suo amore è più forte e tenace delle nostre superficialità e delle nostre sonnolenze.
Il Natale è l’esplosione della gratuità di Dio, il vertice della Sua fantasia d’amore. Pronti o non pronti, svegli o addormentati, desiderosi o indifferenti, Lui è nato, Dio è entrato nella storia, uomo tra gli uomini.
In questo giorno santo chiedo per me, per la nostra comunità, per tutti voi cari fedeli, il dono dello stupore, il dono della meraviglia. Come sarebbe diverso questo Natale se avessimo nel cuore almeno un briciolo della meraviglia dei pastori che quella notte corsero alla mangiatoia!
E proprio a loro gli angeli portano l’annuncio sconvolgente: “È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore“. Provate a immaginare lo stupore!
Per noi? Ma figuriamoci… Il Messia è per i devoti, per i puri, per quelli che osservano tutte le leggi e i precetti. No, invece… qui sta la meraviglia: il Messia è per loro, impuri, lontani, rifiuto della società. L’angelo è andato proprio da loro, dai pastori. Non ha cercato i sacerdoti del tempio, i giusti, i devoti o i pii.
Ecco l’anticipo delle beatitudini, l’inizio della sovversione dei poteri e delle gerarchie. L’angelo sceglie Maria, una ragazza di Nazareth, e non la figlia del faraone. Il Messia atteso nasce in una mangiatoia data in prestito e non in una clinica specializzata. Il primo annuncio è dato ai pastori e non ai primi della classe. Giuseppe, e non un professore di Oxford, crescerà il piccolo Gesù.
Che Dio meraviglioso! Che stupore contemplare l’Eterno in quel cucciolo d’uomo stretto tra le braccia tremanti di Maria… Sia un Natale pieno di stupore, cari fedeli! Sia un Natale pieno di Lui. Auguri di cuore…
Il Parroco