21 febbraio 2010
1^ DOMENICA DI QUARESIMA (anno c)
Dal libro del Deuteronomio 26,4-10
Dal Salmo 90
Dalla lettera di S. Paolo ai Romani 10,8-13
Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13
E’ tempo per Gesù di lasciare le fresche rive del fiume Giordano e incamminarsi verso il deserto. Non ha fatto i bagagli, non si è munito di riserve d’acqua, non ha portato il satellitare perché “…era guidato dallo Spirito nel deserto…”.
Ma allora come è partito? “In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò…”. Ecco il bagaglio necessario ed insostituibile per Lui e per noi. Nel deserto la lotta è impari; là è regina la natura che fiacca ogni resistenza. Il caldo bruciante del giorno, il freddo insopportabile della notte, le tormente di sabbia, le rocce taglienti, gli animali velenosi rendono la sopravvivenza impossibile. E poi il silenzio, la solitudine, l’arsura, il digiuno… Ben lo sanno i beduini che solcano i deserti e conoscono tutte le strategie per sopravvivere in un ambiente così duro.
Ma Gesù non è uno dei tanti nomadi che viaggiano: il suo “deserto” è diverso. Ogni passo che fa, ogni gesto, vengono vissuti in obbedienza e in unione con il Padre. Questa totale sottomissione lo porta ad andare nel deserto come ad un appuntamento d’amore: stare da solo con Il Padre nella comunione dello Spirito. (… lo condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Os.2,16)
Per farlo ci sono due premesse irrinunciabili: essere colmato ed essere guidato dallo Spirito Santo. Gesù non è un avventuriero in cerca di tesori, ma il Figlio amato del Padre che avverte continuamente il desiderio di stare con Lui e lo fa da solo, nella libertà, nel silenzio.
Egli si allontana dalla folla chiassosa per immergersi in un solitudine completa, lascia il clamore delle strade per sprofondare nel silenzio più totale, si separa da tutti per stare con il Padre, pieno di Spirito Santo, in una comunione trinitaria perfetta.
Dopo questa sublime unione vissuta per quaranta giorni, ecco che si presenta colui che è il divisore, il tentatore, il distruttore dell’unità per mettere in atto il suo piano: fiaccare l’uomo-Gesù, separarlo dal Padre, portarlo alla disobbedienza così come ha già fatto lui stesso. Il progetto investe ogni campo e ha la finalità di insinuare dubbi e incertezze con i suoi “se..”. Gesù: “Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane»”.
Comincia così l’opera del tentatore, ora che la fame si fa sentire, ora che il deserto presenta il conto della fatica. Colui che cambia l’acqua in vino, che, moltiplicando pochi pani, sfama una folla di persone, viene sfidato a trasformare le pietre in pane! Gesù risponde con le parole del libro del Deuteronomio: “l’uomo non vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore”.
Oggi questa tentazione abita intorno a noi, se non dentro di noi: soddisfare, ad ogni costo, tutti i bisogni del corpo anche quelli effimeri, indotti dalla pubblicità. Quanto tempo perso, quanto denaro sprecato! E mentre ci affanniamo a fare bello il corpo mettiamo a digiuno l’anima. Non c’è tempo per meditare, non c’è tempo per pregare, non c’è tempo per fare il bene. Dobbiamo correre perché il corpo esige un’attenzione prioritaria e continua!
La seconda tentazione messa in atto contro Gesù non può che fallire: «… se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù, il Signore, al quale il Padre ha dato ogni potere nei cieli e sulla terra, non può piegarsi a simili lusinghe, mentre noi, al contrario, talvolta le andiamo a cercare. Potere, gloria, onori: in nome di questi valori vediamo migliaia di giovani fare la fila per i più svariati reality; non importa se poi saranno spinti verso scelte discutibili, non conta se saranno costretti ad assumere comportamenti riprovevoli, purché ci sia la “gloria”, la notorietà. Ogni giorno sorgono nuovi idoli e ogni giorno ci sono persone pronte a prostrarsi a false idolatrie Gesù rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Il tentatore prova la terza carta: citerà la scrittura così come fa Gesù, ma sulle sue labbra menzognere la Parola di Dio non resta; si realizza il “non dare le perle ai porci” del vangelo. Questa tentazione, molto subdola, diventa anche nostra allorquando tentiamo di strumentalizzare la Parola a nostro uso e consumo, quando crediamo di poterla manipolare, quando proviamo a farla rientrare nei nostri schemi. Gesù gli rispose: “È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo“.
Forse possiamo fare una verifica della nostra fede meditando sulle prove sopportate da Gesù e soprattutto sul modo come le ha combattute e superate.
San Paolo, nella lettera ai Romani, viene in nostro aiuto ricordandoci una bellissima espressione di Mosè: «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore». Mi sorge una domanda: – Sinceramente la Parola di Dio è sulla mia bocca e nel mio cuore? E’ sulla bocca di noi cristiani e nel nostro cuore? Oppure abbiamo delegato ad altri la custodia di questo tesoro? –
La lettera prosegue con una profonda quanto essenziale professione di fede che tutti dovremmo stampare nella memoria: “…se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”.
Magnifica sintesi! Proclamare la signoria di Gesù significa entrare nella salvezza. Tra la sabbia e le rocce del deserto il tentatore non può certo riconoscere che Gesù è il Signore; il suo smisurato orgoglio glielo impedisce, la sua superbia glielo vieta, la sua falsità gli sbarra il passo.
San Paolo ricorda a tutti noi che Gesù è il Signore di tutti e come dice la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso»”.
Signore, perdonaci perché troppo facilmente seguiamo cattivi consiglieri. Nelle migliaia di suggestioni che ci raggiungono non siamo capaci di riconoscere la Tua voce e cadiamo facile preda del peccato. Vogliamo vivere questo tempo prima della Pasqua come un tempo di innamoramento di Te e di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Riempici del tuo Spirito affinché attraversiamo il deserto quaresimale superando le difficoltà e soprattutto liberandoci dei fardelli inutili cheostinatamente ci portiamo dietro. Donaci di poter proclamare, con la bocca e soprattutto con il cuore, che Tu, Gesù, sei il Signore, a lode di Dio Padre. Amen.
CB 21.02.2010 MTM