30 maggio 2010

SANTISSIMA TRINITA’ (ANNO C)

L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori


Dal libro dei Proverbi 8,22-31

Dal Salmo 8

Dalla lettera di S. Paolo ai Romani 5,1-5

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15

Siamo nella domenica della Trinità e le nostre menti si sentono alquanto ingarbugliate al vano tentativo di comprendere il mistero di Dio uno e trino.

Vogliamo capire senza conoscere, senza perdere tempo a meditare, ad adorare. Ma non è possibile restringere Dio nella soluzione di una sola domanda, come nei quiz. Egli va accolto nella sua accezione più specifica: Dio è amore, un amore che si espande, si comunica, genera, si moltiplica continuamente.

Tutta la creazione è espansione dell’amore di Dio, persino l’angusto cuore di ogni uomo è fatto per ospitare questo amore. Gesù Cristo, il figlio, ha reso testimonianza e ci ha insegnato a vedere Dio come Padre. La corrente d’amore che è tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo. Proprio perché è amore, Dio non può essere solo: Egli è relazione, è comunità, è famiglia.

“In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso…”

Questa è la realtà: non siamo capaci di portare da soli, il peso, l’ampiezza, la profondità di una conoscenza che ci sovrasta. Ma, continua Gesù, “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito“.

Non possiamo scrutare la profondità di Dio senza lo Spirito Santo, spirito di sapienza e di verità; siamo presuntuosi quando pretendiamo di comprendere il mistero di Dio senza il Suo aiuto.

Ecco allora che, prima di avvicinarci alla Parola di Dio, preghiamo lo Spirito affinché ci conceda un cuore aperto ed accogliente ed una mente libera e sincera per ascoltare e per comprendere.

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…”. Lo Spirito ci porterà alla verità, alla chiarezza, alla realizzazione di ciò che abita nel più profondo di ognuno di noi, cioè alla consapevolezza piena ed esperienziale di essere amati da Dio, senza bisogno di ricerche più o meno filosofiche

Nella nostra libertà può capitare, con il peccato, di non accettare l’amore di Dio, ma Dio non può non amarci perchè è fatto d’amore.

Allora, come figli obbedienti, impariamo dal Padre ad amare, ad aprirci, ad essere comunità, famiglia. I grandi discorsi teologici non li sappiamo fare, ma possiamo cominciare a smussare qualche spigolo del nostro carattere, iniziare relazioni sui parametri del non giudizio, deciderci che forse non è più vera la prima parte del vecchio detto: Ognuno per sé e Dio per tutti.

Dobbiamo scegliere oggi, nella festa della SS Trinità, di “essere insieme”. Questo è il passo avanti, la direzione verso cui puntare, la conversione da operare dentro e intorno a noi. Se Dio, che è bastante a se stesso, ha scelto di essere comunità dobbiamo anche noi anelare a questa meta, non per forza, né controvoglia, ma per abbondanza di amore, di fiducia, di riconoscimento dell’altro come fratello, senza più divisioni, barriere, pregiudizi.

Bellissima l’espressione di s. Paolo nella seconda lettura tratta dalla Lettera ai Romani: “Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo”.

Essere in pace significa essere in comunione; Dio non ci è estraneo ma Padre; per mezzo di Gesù abbiamo avuto la riconciliazione, siamo rientrati a pieno titolo nella famiglia trinitaria e siamo in pace. Quante inutili agitazioni, quante dolorose angosce, quante laceranti tristezze potremmo risparmiare a noi e agli altri se solo ci ponessimo in ascolto della Parola e dello Spirito Santo che continuamente ci ricordano che Dio ci ama, così come siamo, imperfetti e fragili, peccatori e ribelli, lontani o vicini, colti o ignoranti, devoti o poco fedeli.

Trinità Santissima, Padre – Figlio – Spirito, ti ringraziamo per l’immagine di famiglia che ci doni.

I nostri egoismi, le nostre paure, il nostro peccato ci impediscono di vedere l’altro come fratello, come uno che ci appartiene. Abbiamo bisogno ogni giorno di ricordarci che sei Dio uno e trino

e non ti trattieni dall’amare eternamente. Tu hai scelto di non rimanere nella solitudine, ma di essere comunione e a questa comunione chiami ognuno di noi. Per tua grazia siamo invitati ad entrare dentro la Trinità, dentro un vortice di amore che già ci circonda, ma dal quale il peccato tenta di spingerci fuori. Insegnaci, Signore tre volte santo, ad accogliere questo invito ad essere eternamente insieme a Te Padre, Figlio e Spirito. Amen.

CB 30.05.2010 MTM