09 maggio 2010

VI Domenica di Pasqua (Anno C)

Dagli Atti degli Apostoli 15,1-2.22-29

Dal Salmo 66

Dal libro dell’Apocalisse 21,10-14.22-23

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29

Gesù pone alla base della relazione che vuole instaurare con noi una condizione: «Se uno mi ama….»; non un obbligo, né una scadenza solo una richiesta d’amore, discreta, delicata, fatta quasi con timidezza, che lascia piena libertà alla risposta.

Molti non si avvicinano alla fede per timore di perdere qualcosa, non sapendo che rinunciano ad una Persona, alla libertà di amare e di sentirsi amati per come si è, con tutte le fragilità, se non i peccati. Su quest’amore si costruisce tutto il resto a cominciare dall’ascolto di Gesù.

Egli ci comunica ciò che il Padre vuole dire a noi figli, viene a rivelarci il desiderio più intenso di Dio che è quello di abitare stabilmente nel cuore di ogni persona: “noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” .

Quel “noi” ci dice la comunione che esiste tra il Padre e il Figlio, ci racconta di un Dio famiglia, di un Dio che amante, di un Dio immenso che va in cerca dell’angusto cuore mio e di ogni uomo: l’Infinito anela il finito, il Creatore cerca la creatura, il Cielo si abbassa fino alla terra, lo Spirito, che è libertà, desidera rinchiudersi nel cuore degli uomini.

Le Parole di Gesù, custodite nei vangeli, sono arrivate fino ai nostri tempi, ma noi leggiamo e meditiamo poco, siamo duri di comprendonio e di memoria corta. Ed ecco la promessa del Signore Gesù fatta ai discepoli e a tutti noi: «… il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Come possiamo ricordare se non ci ascoltiamo la Parola con desiderio, con attenzione, con amore?

Nelle letture di queste settimane dopo Pasqua c’è tutto un movimento, un andare e venire, di regione in regione, degli apostoli: stanno portando la lieta notizia della resurrezione di Gesù. Non li fermano le prigionie, le frustate, le torture.

Di tanto in tanto, però, ci sono degli sbandamenti, sorgono discussioni a causa di alcune persone che si affacciano nei gruppi dei convertiti, appena sorti, e sconvolgono le persone con i loro ragionamenti, con pretese assurde. Gli Atti raccontano come coloro che sono deputati ad essere i pastori proteggono le greggi: “Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che essi e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione”

Come è bella questa Chiesa nascente, capace di accoglienza e di ascolto degli anziani e soprattutto degli apostoli! Il costante riferimento a coloro che hanno vissuto con Gesù, ascoltato i suoi insegnamenti, condiviso la mensa, mette al riparo da ogni deviazione e da ogni errore di dottrina.

Quanta differenza oggi! La Chiesa continua ad avere apostoli ed anziani, ma non sempre, come cristiani, siamo disposti ad ascoltare ciò che hanno da donarci. Preferiamo rimanere in una sorta di povertà spirituale che purtroppo diventa terreno fertile per l’attecchimento di qualunque ideologia anche la più strampalata, se non pericolosa. L’adesione a sette, a riti, a pseudo-religioni spesso nasce da questo vuoto di conoscenza.

Sappiamo distinguere i testimoni autentici del Signore da quelli che “sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi” oppure andiamo dietro ad ogni vento di dottrina?

Gli apostoli di Gerusalemme prendono a cuore la questione, pregano, si consultano e poi prendono la decisione:”È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie…” . Non una semplice opinione dunque, non da soli, ma con un discernimento fatto con l’aiuto dello Spirito Santo, sconosciuto ospite delle anime nostre, motore di ogni azione volta al bene, santificatore di tutti i gesti d’amore, dal bicchiere d’acqua dato all’assetato, al dono della vita.

«Se uno mi ama…» continua a ripetere Gesù, ogni giorno, ogni ora. Se uno ti ama, Signore, non ha paura di niente e non si spaventa davanti alle difficoltà. Se uno ti ama, Signore, non teme il passato perché è colmo della tua misericordia e non teme il futuro perché è ricco di speranza. Se uno ti ama, Signore, sta ai tuoi piedi e ascolta. Se uno ti ama, Signore, accoglie ogni tua parola e ogni tuo comandamento. Se uno ti ama, Signore, non cerca altro che il bene. Se uno ti ama, Signore, risplende perché “la gloria di Dio l’ illumina e la sua lampada è l’Agnello”. Se uno ti ama, Signore, accetta tutto da te, anche il tuo silenzio. Signore, voglio essere quell “uno” che ti ama. Manda il tuo Spirito d’amore affinché accenda dentro di me una lampada che brucia in eterno. Non temerò se altri venti tenteranno di spegnerla perché mi hai posto al riparo, all’ombra delle tue ali. Amen.

09 05.2010 MTM