cresima-2010 Riguardo la foto del gruppo Cresima e scorre veloce nella mia mente la pellicola di una splendida avventura durata otto mesi.

Niente attori o comparse, ma solo protagonisti di un copione uguale per tutti eppure tanto diverso e personale: l’Amore di Dio per ognuno di noi.

Era il 10 ottobre dello scorso anno quando ci siamo incontrati la prima volta. Battute iniziali per scongelare le nostre facce, per spogliarci dei vestiti della “obbligatorietà” dal sapore ormai conosciuto del “che mi tocca fare; speriamo che finisca presto; non me ne tiene proprio; e questo mo che vuole; quante fesserie; ma questo chi si crede di essere; non ci voleva; pazienza, ormai mi sono iscritto; verrò solo qualche volta; quanto tempo perso; tanto dovrà pure finire, ecc…”. Nulla di tutto questo….anzi!

Ho percepito subito la grande ricchezza che avevo dinanzi e l’ho trasmessa al parroco. E poi insieme siamo saliti su una barca ma nessuno è sceso in cuccetta a sonnecchiare; siamo rimasti tutti sul ponte ad ingrossare una vela ogni venerdì, dalle 19 alle 21 circa. E mentre ad ogni tappa caricavamo altra gente, quella vela gonfiata dalla costanza delle vostre presenze, dalla gioia crescente di ritrovarci, dal clima di stima e amicizia, dalle vostre menti – a volte stanche – ma dai volti sempre sorridenti, dall’attenzione partecipata e spesso dalle emozioni svelate, ci spingeva al largo. Tanto che spesso guardavamo l’orologio e ci accorgevamo che il tempo era volato.

E ci credo! Non navigavamo nelle acque dell’arrogante “sapere” umano, ma nelle acque di un oceano infinito: quello del cuore di Dio, che in Gesù – per l’infinita potenza dello Spirito Santo -abbiamo scoperto essere cuore traboccante di amore, pace, gioia, mansuetudine, bontà, fedeltà, misericordia, giustizia, benevolenza, dominio di sé.

E’ stata un’avventura in crescendo che ci ha visti riuniti nella cappellina interna, ma che ci ha portato a fare anche esperienze nuove, diverse, sconosciute come la visita al Miracolo Eucaristica a Lanciano, alle Case Famiglia, all’Istituto Antoniano, all’Eremo S. Maria a Campobasso. Abbiamo conosciuto e ascoltato sacerdoti e diaconi.

Ci siamo fatti compagni di viaggio di “amici” che ci hanno raccontato della loro vita di fede, spesso forte e spiazzante, in un mondo tanto secolarizzato e mercificato. E ci siamo stupiti nel constatare che vivere la fede non è prerogativa di persone speciali, ma è pane quotidiano per tutte le persone capaci di amare. E’ la risposta alla chiamata di una persona che è morta per noi: CRISTO GESU’.

A tal proposito abbiamo fatto nostro un proverbio napoletano: “Z’ po’ campà pur senza sapè pcchè, ma nun z’ po’ campà senza sapè Pcchì” proprio questo per CHI che ha guidato i nostri incontri e che ha cominciato a sciogliere il calcare che ricopriva i nostri cuori.

Tanti gli argomenti affrontati ma sempre e tutti alla luce del Vangelo che, come abbiamo spesso ripetuto, NON FA SCONTI A NESSUNO.

Tante le provocazioni lanciate tipo: “Se gli incontri non sono di vostro gradimento potete anche andare via”…sorpresa: nessuno si è alzato. Ancora una volta ci siamo scoperti bisognosi dell’Amore di Dio.

I tempi sempre più stretti e gli argomenti sempre più impegnativi spesso ci hanno imposto cambiamenti di rotta e di programmi. L’incontro con i vostri genitori, più volte programmato, alla fine è andato in scena come l’anteprima di un’orchestra che prova i brani in attesa di concedersi al pubblico; è stato un dono intenso di profumi e colori, in una domenica di metà maggio.

Grazie a voi ragazzi, ai vostri cari e a padre Augustin, parroco presente, ma discreto.

Arriviamo a due giorni dall’evento sacramento, venerdì 28 maggio. Anche se con un’assemblea un po’ caciarosa (eravamo veramente tanti) ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione. Siamo in attesa di metterci dinanzi al sacerdote ma intanto nella nostra mente scorrono tutte le immagini e gli episodi di questi mesi trascorsi insieme. Che bello vedervi fare gruppo come quando ci si prepara alla partita finale. La mente rapidamente va oltre. Siamo all’atto finale di questo copione dalle battute sempre nuove, diverse e mai scontate, che non prevede crocette di presenza, interrogazioni e scrutini finali, ma gioia di stare insieme.

Ci accogliamo l’un l’altro, gioiosi e un po’ tesi, in una cappella adorna per la festa.

Gli organizzatori scandiscono i tempi. Il coro, guidato in modo magistrale da padre Ciprian, sostiene e allieta la liturgia. Padre Agostino e i catechisti tutti sono lì pronti a far fronte ad ogni evenienza. Nulla viene lasciato al caso. Lo stesso celebrante, quel vulcano sempre attivo di padre GianCarlo arcivescovo, lancia lo sguardo dal presbiterio e gioisce per l’assemblea folta, attenta e disponibile e non perde l’occasione per piazzare i suoi pezzi da 90 nell’omelia: invita voi giovani e tutti noi cristiani ad avere uno sguardo proteso in avanti e a fronte alta, fiera di poter rispondere con gioia ECCOMI all’invito di Gesù. Un eccomi che si attua su due binari: quello del RINUNCIO al male e del CREDO in te Signore.

Lo sguardo di ogni catechista accompagna i “suoi ragazzi” quasi a volerli proteggere. Giunti alla meta. Quel viaggio iniziato ad ottobre, che ora, il celebrante solennizza con l’unzione crismale dicendo ad ognuno: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è stato dato in dono” pare concludersi. Ma non è così.

Cari cresimati, per la Parrocchia San Pietro e la comunità dei frati, per noi catechisti siete stati un grande dono che siamo certi porterà buoni frutti e voi ne siete le primizie.

Gioite! Nel cuore di Dio non ci sono bocciati, siamo tutti promossi.

A proposito… al piacere di rivedere presto le vostre belle facce.

Ciao, Vittorio