Venerdì 8 ottobre 2010 inizia l’avventura.

Battute iniziali per scongelare le vostre facce e per spogliarvi del vestito della “obbligatorietà”. All’inizio semplici comparse su un palcoscenico e con un copione dal sapore ormai troppo scontato: “Che mi tocca fare; speriamo che finisca presto; non me ne tiene proprio; e questi mo’ che vogliono; quante fesserie; ormai mi sono iscritto; verrò solo qualche volta; quanto tempo perso; tanto dovrà pur finire, etc…”.

E invece siete stati gli attori di un’avventura che, al solo ricordo, fa affiorare l’emozione il cui copione è stato uguale per tutti, eppure tanto diverso e personale: “l’Amore di Dio per noi”.

Nessuno è sceso in cuccetta a sonnecchiare, ma tutti, ogni venerdì, eravamo lì sul ponte di una barca che rompeva le acque della nostra indifferenza, delle nostre resistenze, dei tanti dubbi e delle tante domande.

Pian piano abbiamo abbandonato l’arrogante sapere umano e abbiamo cominciato a parlare il linguaggio di Dio impastato di Amore, pace, gioia, bontà.

È stata un’avventura in crescendo, che ci ha visti riuniti nella cappellina interna, ma che ci ha portati anche all’esterno per fare esperienze nuove, diverse e sconosciute di una Chiesa operante sul territorio, come la visita alle Case Famiglia, all’Istituto Antoniano, all’Eremo Santa Maria, al Centro Pastorale, all’Abbazia di Montecassino e a Casamari.

Ci siamo fatti compagni di viaggio di amici sacerdoti, suore e laici che ci hanno raccontato della loro vita di fede. Ci siamo stupiti nel constatare che vivere la fede non è prerogativa di persone speciali, ma è pane quotidiano per tutte le persone capaci di amare. È la risposta alla chiamata di un Dio persona: CRISTO GESU’.

Un saggio e antico proverbio napoletano: “Z po’ campà pur senza sapè pcchè, ma nun z’ po’ campà senza sapè Pcchì” ha aperto i nostri occhi e il nostro cuore a questo “CHI”: il Signore Gesù, che ha guidato tutti i nostri incontri e ha cominciato a sciogliere il calcare che ricopriva i cuori, e ha fatto crescere in noi la stima e l’amicizia.

Tanti gli argomenti affrontati, con la Bibbia in una mano e il giornale nell’altra, cercando di leggere il Vangelo alla luce dell’oggi, del quotidiano. Ci siamo accorti che non ci sono sconti e scorciatoie.

I tempi sempre più stretti e gli argomenti sempre più vasti e impegnativi ci hanno imposto continui cambiamenti di rotta e di programmi.

Il “tappeto” incontro quasi finale, non vi ha trovati contrariati o muti dinanzi ad un racconto libero, spontaneo ed esperienziale del cammino fatto insieme; anzi tante le emozioni e qualche lacrima che abbiamo condiviso dinanzi al nostro amato Padre Augustin, parroco attento, presente e discreto che ha gioito del vostro cammino.

Arriviamo a domenica 12 giugno ore 19.00. La chiesa adornata a festa comincia a riempirsi, il vocìo comincia a crescere, siamo veramente tanti (un forte “grazie” al gruppo che provvede, ogni settimana, con grande spirito di silenzioso servizio, alla pulizia e al decoro della chiesa.)

Il Vescovo è “puntuale”. Il coro, diretto da Michele e Donatello, comincia a trasmetterci emozioni con il canto d’ingresso.

Padre Agostino e i catechisti sono lì pronti a far fronte ad ogni evenienza. Padre GianCarlo esprime la sua grande gioia nel vedere i tanti volti giovani.

La liturgia scorre solenne e senza intoppi. Nell’omelia il Vescovo ci invita ad essere cristiani di relazione sane e costruttive; pronti a vincere il male con il bene. Scuote l’assemblea con parole dolci ma incisive che chiamano a scelte controcorrenti; non percorsi facili e in discesa ma percorsi in salita e a fronte alta, sempre pronti a rispondere “ECCOMI”.

Quel viaggio iniziato a ottobre è al culmine e il celebrante lo attualizza con l’unzione crismale dicendo ad ognuno di voi: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è stato dato in dono”. L’affettuoso “paccherotto” del Vescovo e l’abbraccio dei catechisti vi hanno fatto capire che eravate giunti alla meta.

Con alcuni di voi ci siamo trasferiti nel salone parrocchiale per un momento di festa, vissuto nella sobrietà. Un esperimento che senza dubbio si potrà ripetere.

Carissimi, per la Parrocchia San Pietro, per la comunità dei frati e per noi catechisti siete stati un grande dono che siamo certi porterà buoni frutti. Gioite! Nel cuore di Dio non ci sono bocciati, siamo tutti promossi.

Al piacere di rivedere presto le vostre belle facce, SOBRIE vacanze a tutti.

Vittorio Carozza