21 AGOSTO 2011

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Dal libro del profeta Isaìa 22,19-23

Dal Salmo 137

Dalla lettera di San Paolo ai Romani 11,33-36

Dal Vangelo secondo Matteo16,13-20

Come i cerchi concentrici disegnati sui bersagli nelle gare di tiro con l‘arco così le domande di Gesù: prima vuole conoscere l’opinione dei lontani, della folla: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?», poi quella dei discepoli, di coloro che gli sono più vicini: «Ma voi, chi dite che io sia?» per giungere quindi al centro della questione.

Oggi Gesù ci chiede: «E tu chi dici che io sia?», domanda che, pur non riportata nel vangelo, emerge in tutta la sua chiarezza.

Questi interrogativi non appartengono certo ad un questionario redatto per un’ennesima indagine sociologica, eppure riguardano la vita di milioni di persone da duemila anni a questa parte.

Gesù sembra voler raccogliere notizie su se stesso: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». A cosa può portare conoscere il “gradimento” delle persone? A fornire, forse, un servizio migliore come tentano di fare le grandi multinazionali dei servizi? Gesù non cerca il facile consenso quanto piuttosto prova ad allargare l’orizzonte dei suoi discepoli ed anche il nostro. Sapere chi è la persona alla quale affidiamo la nostra vita significa conoscerla profondamente: la gente comune può avere mille opinioni “ma voi …?”.

È una domanda fondamentale e dobbiamo confessare che ci coglie impreparati. Siamo tra coloro che parlano di Gesù, magari raramente, paragonandolo ad una specie di guru o ad un rivoluzionario o ad un guaritore oppure sappiamo, pur con tutte le nostre fragilità, dare la risposta dovuta?

Simon Pietro, com’è nel suo carattere, risponde con impeto e con passione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» guadagnandosi le congratulazioni da parte di Gesù e una beatitudine speciale: ha risposto bene perché ha riconosciuto in Gesù il “Figlio di Dio Vivente”.

Gli insegnamenti di Gesù, la sua incarnazione, la sua missione hanno come fine quello di avvicinarci al Padre, di farci scoprire il suo amore, la sua misericordia e Pietro lo ha capito bene: in nove parole riassume tutta la storia della salvezza.

Come una freccia scoccata, la sua affermazione attraversa il tempo e traccia il cammino: da Cristo al Padre. Non ci sono altre vie o scorciatoie: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».

Cosa vuole dirci Gesù, cosa può significare per noi, oggi, questa frase? Dobbiamo forse smettere di studiare teologia o metterci ad aspettare una locuzione interiore, come avviene nei mistici? Certamente no: Gesù ha aperto una breccia per arrivare a Dio: è lui la via, il sentiero diritto da percorrere.

Chi è Gesù per me?” è una domanda che esige una risposta. Forse oggi non siamo capaci, ma il desiderio di rispondere è ciò che deve caratterizzare la nostra vita spirituale. Non ci sono automatismi “né carne, né sangue” quanto piuttosto una ricerca costante e umile, fatta di ascolto, di preghiera, di silenzio, di meditazione per incontrare il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

L’incontro sarà personale, intimo, diverso da ogni altro, unico. Quando avverrà? Possiamo fare nostri gli ultimi versetti del libro dell’Apocalisse: Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù!.

Signore che poni domande esigenti, perdona le nostre balbettanti risposte. A volte la fede si appanna al punto che non sappiamo cosa pensare. E’ vero, lo riconosciamo, sappiamo poco di te, perché non siamo discepoli fedeli all’ascolto di ogni tua parola e, nonostante tutto, il nostro cuore ti cerca come l’unica meta, il traguardo e allo stesso tempo la via per appagare il desiderio di infinito che avvertiamo dentro di noi. Ti desideriamo, Signore, ma talvolta ci lasciamo portare su altre strade. Perdonaci. Ti ringraziamo perché hai edificato la Chiesa sulla roccia della testimonianza dei tuoi discepoli: essi hanno fatto esperienza di te, hanno assaporato le tue consolazioni, il tuo perdono, l’amore. Dona Signore, a tutte le comunità dei tuoi discepoli di oggi di testimoniare al mondo ogni giorno che “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Amen.

CB 21.08.2011 MTM