Questo Vangelo ci riporta la freschezza della sorgente, lo stupore e la freschezza del­l’origine: la gente si stupiva del suo insegnamento. Come la gente di Cafarnao, anche noi ci incantiamo ogni volta che abbiamo la ventura di incontrare qualcuno con parole che trasmet­tono la sapienza del vivere, una sa­pienza sulla vita e sulla morte, sul­l’amore, sulla paura e sulla gioia. Che aiutano a vivere meglio. Di fat­to, sono autorevoli soltanto le pa­role che accrescono la vita. Gesù insegnava come uno che ha autorità. Ha autorità chi non sol­tanto annuncia la buona notizia, ma la fa accadere. Lo vediamo dal seguito del racconto: C’era là un uomo posseduto da uno spirito im­puro. La buona notizia è un Dio che libera la vita. Gesù ha autorità perché si misura con i nostri problemi di fondo, e il primo di tutti i problemi è «l’uomo posseduto», l’uomo che non è libero. Volesse il cielo che tutti i cristiani fos­sero autorevoli… E il mezzo c’è: si tratta non di dire il Vangelo, ma di fa­re il Vangelo, non di predicare ma di diventare Vangelo, tutt’uno con ciò che annunci: una buona notizia che libera la vita, fa vivere meglio, dove nominare Dio equivale a confortare la vita.

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