08 GENNAIO 2012

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

Dal libro del profeta Isaia 55,1-11

Dal libro del profeta Isaia 12

Dalla prima lettera di San Giovanni 5,1-9
Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11

Come è bella la liturgia di questa domenica di inizio di anno: sa movimento, di pioggia e neve che scendono in terra e risalgono in cielo, di persone che vanno verso il fiume Giordano per purificarsi. È tutto un muoversi, un circolare, uno spostarsi verso acque che consentono di vivere o meglio di rivivere.

Già lo splendido brano del profeta Isaia ci parla di sete e di acqua gratuita. Risuona un appello che è quasi una preghiera: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare …».

Il profeta invita quanti di noi sono caduti nella trappola della pigrizia spirituale, che prosciuga ogni risorsa spirituale, ad andare all’acqua gratuita della grazia. Se ci sentiamo svuotati di ogni volontà di bene, di desiderio di pregare, di voglia di fare silenzio e di adorare significa che abbiamo assaporato ciò che i maestri dello spirito chiamano aridità.

Questa condizione non è rara nel cammino di fede ed ha una cura efficacissima: l’invitoVenite all’acqua – si deve stampare nella mente, nel cuore, nell’anima di ognuno di noi. Se veramente abbiamo sete di Dio dobbiamo chiedergli di dissetarci nel profondo: gustare la gratuità del suo amore placherà la nostra arsura, ma non la spegnerà perché, come dice il salmo 42,3, L’anima mia ha sete di Dio” perennemente.

Anche il vangelo ci parla di profeti e di acqua: lungo le rive del fiume Giordano Giovanni il battezzatore proclama la venuta di “colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”.

Parla a dei poveracci che sanno bene cosa comporta un tale servizio: essi, infatti, spesso sono chini per sciogliere i lacci dei calzari dei padroni e lavarne i piedi sporchi, imbrattandosi le mani con fango maleodorante.

Chi mai sarà, dunque, questa persona che viene annunciata dal Battista? “Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea”. Anche Gesù si muove, dunque, per andare verso le acque sante del fiume Giordano. Vuole compiere un gesto di purificazione mescolandosi ai peccatori, Lui il più puro tra i puri, il senza colpa, l’innocente, l’agnello senza macchia e senza difetto.

Nel vangelo di Marco non troviamo il racconto della nascita di Gesù, ma il cammino che ha fatto dalla Galilea al Giordano, possiamo paragonarlo quasi ad un travaglio. Egli si immerge nelle acque del fiume e, quando ne esce, i cieli si squarciano: non come una nuvola che passa e fa tornare il sereno, ma un’apertura, attesa dall’eternità, che non verrà mai più chiusa. Il cielo torna a dialogare con la terra e Dio, fatto carne in Gesù, torna a parlare agli uomini.

Giovanni poi “vide lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo”. Penso a Giovanni e al suo turbamento: quello che vede è la conferma di ciò che aveva annunciato: «Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Non poteva immaginare che il cielo parlasse:« E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

È stupendo come l’evangelista riporta questa frase: sa di comunicazione intima, privata, personale eppure non c’è niente di più aperto. Nel momento in cui Dio pronuncia questa frase per il Figlio Gesù fatto uomo dichiara il suo amore anche ad ogni uomo, ad ogni donna, ad ogni bambino, ad ogni vecchio, senza distinzioni, nella più totale gratuità. Dio non calcola, non guarda come siamo, sani o malati, belli o brutti, abili o incapaci, non tiene conto di ciò che faremo, fosse anche il male, Dio ci ama.

Quando ci prende lo sconforto, quando ci assale la tristezza, quando tutto rema contro di noi dovremmo fermarci e ripetere alla nostra anima che Dio ci ama, che ripone la sua gioia, il suo compiacimento in noi che siamo diventati figli nel Figlio.

Nel brano della seconda lettura san Giovanni pone una domanda: – Chi vince il mondo? – e dà anche la risposta :«chi crede che Gesù è il Figlio di Dio» . E ci ricorda che “tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue”.

Lungo le rive del fiume, come nel giorno del nostro battesimo. è iniziata la nostra vita nuova nello Spirito, nell’acqua e nel sangue e noi possiamo solo rendere grazie a Dio per questo dono gratuito e inatteso.

O santo battesimo che ci hai immersi nelle acque della salvezza, noi vogliamo scoprire tutta la ricchezza di immensi doni che hai portato alla nostra anima. Il lavacro di rigenerazione ha tolto l’antico peccato e ci ha restituito uno splendore degno dei re. Ed è ciò che siamo diventati in virtù della triplice unzione ricevuta: sacerdoti, re e profeti capaci di offrire sacrifici, di servire, di annunciare il regno. Spirito Santo, ispiratore di ogni opera buona, concedici di scoprire la preziosità della Parola di Dio affinché ci lasciamo da essa irrigare, fecondare e germogliare: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero”. Amen.

CB 08.01.2012 MTM