16 GENNAIO 2012

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Dal primo libro di Samuèle 3,3-10.19
Dal Salmo
39

Dalla prima lettera di S. Paolo ai Corìnzi 6,13-15.17-20
Dal Vangelo secondo Giovanni
1,35-42

Passare per la strada, uno sguardo, un cenno, la sequela. È la scena che si svolge alle quattro di un assolato pomeriggio. I personaggi sono pochi: Giovanni, due suoi discepoli, Gesù che cammina.

«Ecco l’agnello di Dio!»: non c’è necessità di dire molte parole; siamo tra cercatori di Dio, tra coloro che aspettano con fede la venuta del liberatore e sono in grado di riconoscerne i tratti.

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse…”: è lo sguardo il senso che identifica Agnello per il sacrificio, che per primo discerne l’amore. Non c’è bisogno di documenti di riconoscimento: gli occhi, posandosi su Gesù scoprono ciò che cercano, che anelano.

Il saggio Giovanni si rivela buon maestro capace di indirizzare i suoi discepoli verso l’unico Maestro. Non è geloso il Battista, non teme di perdere il seguito di giovani che ascoltano le sue “prediche”. Giovanni ci dà la misura di colui che, pur essendo in grado arrivare da solo alla meta, non esita ad indicare agli altri il traguardo della loro ricerca.

Il suo discernimento e la sua generosità danno inizio alla sequela di Gesù. È autentico profeta che, dal deserto, annuncia la Salvezza e la indica poi quando passa per le strade.

Quanti moderni predicatori sono capaci di indicare Gesù come vera meta e non se stessi? Quanti catechisti dei bambini, dei giovani o degli adulti, consapevoli del loro delicato compito, fanno vedere Gesù come l’unica persona da seguire? Quanti, nella nostra vita, ci hanno aiutato a fissare lo sguardo su Gesù non per una qualche emotività, ma per intessere un profondo legame con Lui?

È bello leggere che i due giovani andarono dietro a Gesù in silenzio; egli: “si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Forse anche noi andiamo dietro a Gesù muti, senza parole, senza alcuna capacità di relazionarci con Lui.

Oggi Gesù fa la stessa domanda a noi: «Che cosa cercate?». Ognuno darà una personale risposta, ma che nel fondo del cuore di ogni uomo c’è un desiderio di felicità che solo Dio può colmare.

I discepoli di Giovanni chiedono a Gesù di vedere dove dorme, come vive. Perché? Cosa c’è dietro questa richiesta? E cosa hanno visto o trovato nel luogo dove abitava?

Forse ricchezze, lusso, comodità, cibi squisiti, abiti sfarzosi e devono averne trovato a profusione perché, dice il brano, “quel giorno rimasero con lui”, altrimenti non ci spieghiamo la convenienza della scelta di lasciare il vecchio maestro per il nuovo. Ma se il loro cuore era stato educato alla ricerca sincera dell’Assoluto, alla essenzialità dei bisogni, alla verità, Gesù era l’approdo sicuro proprio perché abitava una casa come quella che avevano loro, disadorna e con poche suppellettili.

Gesù è uguale a loro, a noi! Non è venuto con il trono al seguito, non ha auto blu, non ha la barca da trenta metri, né ha ricchezze perché è Lui la ricchezza di Dio incarnata e fatta uomo. È venuto per condividere tutto con gli uomini e i discepoli di Giovanni, vedendo questi segni, hanno creduto e l’hanno seguito.

Cosa si può fare dopo aver incontrato il Sommo Bene? Si va dai fratelli, dagli altri ad annunciare la notizia. Infatti Andrea “incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù». Detto fatto, senza porre tempo in mezzo, comincia quel traghettare di persone verso Gesù, che ancora oggi tutti, come credenti, siamo chiamati a fare.

All’inizio del brano del vangelo di oggi è lo sguardo di Giovanni che si fissa su Gesù, al termine è lo sguardo di Gesù che si fissa su Simone. Sono sguardi che vanno oltre, che penetrano le fibre nascoste dell’animo, che sanno di sapienza e di amore.

Signore purifica i nostri occhi affinché sappiamo guardare oltre le apparenze di ciò che ci sta intorno. Quando ci sembra che niente abbia più significato concedici di fissare il nostro sguardo su di Te che passi vicino a noi magari nascosto sotto gli abiti di un povero. Fa risuonare nella nostra anima la domanda che hai posto ai discepoli di Giovanni: – Cosa cercate?- e noi ti diremo che cerchiamo te, Signore e ogni tua Parola, che te solo desideriamo, senza stancarci mai. Concedici di rimanere con te per poter andare poi dagli altri a annunciare con gioia: «Abbiamo trovato il Messia». Amen.

CB 15.01.2012 MTM