26 FEBBRAIO 2012

I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

Dal libro della Gènesi 9,8-15
Dal Salmo 24

Dalla prima lettera di S. Pietro apostolo 3,18-22
Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15

Come è bello l’inizio della prima lettura di oggi: mette in evidenza come sia stato Dio a prendere l’iniziativa di andare verso l’uomo, di fare un’alleanza dalla quale non sono esclusi neppure gli animali. Immediatamente nascono riflessioni e interrogativi.

Restiamo sorpresi per questo passo fatto da Dio verso di noi e verso ogni uomo: significa che quando vedremo un bambino muto-sordo-cieco, quando saremo al capezzale di una persona gravemente malata, quando vedremo un giovane disfatto dalla droga, una ragazza ai margini di un marciapiede a prostituirsi o un vecchio ubriaco ciondolare per strada, ci ricorderemo che Dio ha stretto un’alleanza anche con ciascuno di loro.

Noi saremmo stati forse un tantino più selettivi, ma Dio è di vedute infinite e, per non correre rischi, ha incluso nel suo patto “ogni essere vivente”. Come diventano meschini i nostri giudizi nei confronti di quelle persone che non rientrano negli angusti schemi che ci siamo fatti! Questa dichiarazione di alleanza da parte di Dio è il metro che misura la nostra disponibilità ad accogliere l’altro, chiunque esso sia, di qualunque colore abbia la pelle, a prescindere dal ruolo sociale che ricopre.

Si affollano nel nostro intimo le domande: Desideriamo veramente avere per alleato Dio? Come abbiamo corrisposto a questa “richiesta di amicizia” per dirla con un linguaggio attuale? Dio si è schierato dalla parte nostra, ma noi ci siamo schierati dalla parte di Dio? Siamo fedeli al patto? In che modo possiamo romperlo?

Le risposte sono personali naturalmente, ma sappiamo che l’unico modo per non rispettare il patto è il peccato e noi uomini l’abbiamo infranto molte volte e in diversi modi.

Quando fu il tempo favorevole Dio, mantenendo fede alla promessa di dare al popolo un liberatore, inviò il figlio Gesù, nato da donna, nato sotto la legge, per ristabilire l’alleanza infranta, come sottolinea S. Pietro nella sua prima lettera: “Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio”. Questo ”ricondurci a Dio” ci dice che ci siamo allontanati.

Nel vecchio Testamento, gli uomini facevano spesso sacrifici cruenti con gli animali, per lo più agnelli, per sottolineare la loro alleanza con Dio. Gesù è venuto per ristabilire l’alleanza: è Lui l’Agnello senza macchia che viene immolato una volta e per sempre, è Lui la vittima di espiazione dei nostri peccati. Non più animali, non più sacrifici di sangue, dunque, ma un unico sacrificio quello di Gesù sulla croce dalla quale germoglia per noi una vita nuova. Tutto il progetto di Dio aveva come finalità la stipula di una nuova ed eterna alleanza che niente potrà più rompere perché sancita dal sangue di Cristo

Essendo il tempo compiuto, come Gesù stesso annunciava e per iniziare il suo ministero egli venne sospinto nel deserto dallo Spirito. Doveva essere un tempo di silenzio, di meditazione, di preghiera, di purificazione; fu un tempo di duro combattimento contro le tentazioni del demonio.

Anche noi, talvolta, siamo tentati, purtroppo non sempre siamo capaci di riconoscere la tentazione ammantata e sostenuta com’è da ragionamenti di comodo che fanno apparire ciò che è male, bene. Gesù non cadde nei tranelli che gli venivano tesi: niente orgoglio, nessuna presunzione, né ricerca di potere quanto piuttosto fiducia piena in Dio e nella sua Parola. Con quelle armi sconfigge il maligno e inizia la sua predicazione: Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Sono le parole che riecheggiano nelle nostre chiese in questo tempo prezioso della quaresima. C’è dentro un senso di urgenza che deve spingerci a muoverci con risolutezza verso il cambiamento di vita. “Credete al vangelo” è l’imperativo che vogliamo accogliere e fare nostro, giorno dopo giorno.

Signore Gesù, sentiamo anche noi il desiderio di un po’ di deserto, ma abbiamo timore ad avventurarci in una situazione che sicuramente metterà a nudo le nostre fragilità e il nostro peccato. Siamo disarmati di fronte alla tentazione e abbiamo paura di soccombere. Troppe volte ci siamo lasciati irretire dal nemico e abbiamo smarrito la strada. Perdonaci. Desideriamo seguirti in questo cammino di conversione: sostieni la nostra volontà e donaci la capacità di discernere sempre il bene. Amen.

CB 26.02.2012 MTM