Nel Vangelo di dome­nica scorsa Gesù di­stribuiva il pane, og­gi si distribuisce come pane, come un pane che si distrug­ge per dare vita: chi mangia di me non avrà fame, chi cre­de in me non avrà sete, mai! L’uomo nasce affamato, ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre che lo nu­tre di latte, di carezze e di so­gni. Il giovane ha fame di a­mare e di essere amato. Gli sposi hanno fame l’uno del­l’altra e poi di un frutto in cui si incarni il loro amore. E quando hai raggiunto tutto questo e dovresti sentirti appagato, a quel punto: ci hai fatti per te e inquieto è il no­stro cuore finché non riposa in te (sant’Agostino). C’è una fame più grande, fa­me di cielo, fame di Dio. Fa­me di amare e di essere ama­ti, fame di felicità e di pace per noi e per gli altri. Fame di vi­ta più grande, più intensa. E­terna. Ma tu, Gesù di Nazaret, che co­sa porti? Grande domanda, la cui risposta è semplice e folgorante: come allora ha dato la manna, oggi ancora Dio dà. Due parole semplicissime ep­pure chiave di volta del Van­gelo: Dio dà. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, Dio offre. Dio non esige nulla, do­na tutto.

26046.html