20 GENNAIO 2013

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Dal libro del profeta Isaìa 62, 1-5

Dal Salmo 95

Dalla prima lettera di S. Paolo ai Corìnzi 12,4-11

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-12

A quante feste ha preso parte Gesù? Dai vangeli risulta che ogni anno, come ogni buon israelita, insieme con i suoi genitori, si recava a Gerusalemme per celebrare la pasqua. A quei tempi mettersi in viaggio era usuale, anche se gli spostamenti non erano agevoli. Si facevano, infatti, solo per importanti motivi: un censimento (il ritorno a Betlemme), la visita ad una parente bisognosa di aiuto (la cugina Elisabetta), la celebrazione di un matrimonio (le nozze di Cana). Ed è a questo evento che Gesù, ormai cresciuto, partecipa insieme con Maria sua madre e con suoi discepoli a Cana di Galilea per condividere la gioia degli sposi.

È magnifico conoscere Gesù partendo da una festa di nozze che sa di amore, di trepidazioni, di promesse e di progetti. Il Gesù che ci viene presentato oggi è un giovane “normale” che ha in comune con altri giovani la gioia per la nascita di una nuova famiglia. Forse è persino troppo spensierato, tanto da non accorgersi di un problema che si sta facendo sentire: è finito il vino, l’elemento che accende i cuori e rende allegra i festeggiamenti.

Solo gli occhi attenti di Maria scorgono il turbamento degli sposi. Immediatamente si fa carico della difficoltà: possiamo immaginare come la Madonna si sia alzata “subito” come è nel suo stile, abbia raggiunto Gesù e gli abbia sussurrato: «Non hanno vino».

La Vergine comprende quando finisce anche il nostro vino, prima ancora che noi stessi ce ne accorgiamo, in quanto vive a pieno il suo ruolo di Madre premurosa.

Non avere vino ci fa somigliare ad un’auto senza benzina: non si può fare altro che rimanere là dove si è. Quante volte siamo rimasti a secco di risorse, senza neppure la forza di muoverci per cercare una qualche soluzione. Eppure Maria è sempre presente e soprattutto attenta ai nostri bisogni. La serenità che dona questo racconto è grande: se viene a mancare l’elemento della gioia, ciò che dà allegria al nostro vivere, se ne dà pensiero. Lei vuole che tutti siamo sereni, felici.

Maria, con poche parole, fa la sua richiesta a Gesù e non ascolta neppure la replica del Figlio; va direttamente dai servi, come una vera padrona di casa e dice loro: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Qualsiasi cosa significa tutto e niente: cosa ordinerà Gesù ai servi?

«Riempite d’acqua le anfore»: ecco il comando di Gesù ai servi ed anche a noi oggi. Se manca il “vino” per lo meno riempiamo d’acqua le nostre anfore perché al resto penserà lui. Egli ci chiede di non far seccare le anfore rischiando in tal modo di farle crepare. Questo ben lo sapevano i nostri nonni di paese quando, per attingere acqua alle fontane pubbliche, usavano gli orci di creta!

Là vi erano capienti anfore di pietra che hanno richiesto ai servi molto lavoro per essere riempite fino all’orlo. Domandiamoci: qual è la nostra “capienza”? Quanto siamo capaci di contenere? Fin dove desideriamo essere riempiti? E infine quanto vogliamo essere “cambiati?

Ma il lavoro dei servitori non è ancora terminato perché Gesù dice loro: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

L’evangelista Giovanni sottolinea che i servi, ultimi nella graduatoria sociale, sono i primi ad essersi accorti del miracolo perché ben sapevano da dove veniva quel “vino buono” che veniva servito a tavola.

I segni ci sono tutti: la Serva Maria che intercede, i servi silenziosi che vedono per primi il miracolo, la gioia che ritorna tra gli invitati alla festa.

A Cana fiorisce lo stile di Gesù, la sua scelta di essere fattivamente dalla parte degli ultimi.

Vergine santa, perdonaci perché quando il nostro vino, cioè la gioia di vivere, scarseggia ricorriamo a surrogati che ci avvelenano l’esistenza. Dimentichiamo che tu sei la Madre Attenta e Premurosa pronta ad intercedere per noi presso tuo Figlio. Ti ringraziamo per tutte quelle volte che ti sei presa cura di noi e che, forse come gli sposi di Cana, non ti abbiamo espresso la nostra riconoscenza. Amen.

CB 20.01.2013 MTM