7 aprile 2013

II DOMENICA DI PASQUA

O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO C

Dagli Atti degli Apostoli 5,12-16

Dal Salmo 117

Dall’Apocalisse di S. Giovanni apostolo 1,9-11.12-13.17-19

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31

Dal Salmo 117: “Ecco l’opera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi!”. Erano certamente queste le parole che dicevano quelli che si radunavano attorno agli Apostoli, che ponevano i malati in modo che almeno l’ ombra di questi uomini ”trasformati” li sfiorasse. Si partiva all’alba, dai villaggi vicini, per essere presenti al racconto della grande novità, alla forte testimonianza: “Quel Gesù che voi avete crocifisso è Risorto!”.

Cosa facciamo noi, oggi, per sentire di nuovo quest’annuncio, per provare la stessa gioia, la stessa meraviglia? Forse i nostri occhi hanno già visto troppe cose e non siamo più capaci di sorprenderci, ma la nostra anima? Cosa abbiamo dato alla nostra anima? Che cura le abbiamo riservato?

Certamente vorrebbe contemplare, come dice il salmo 117, la misericordia del Signore e goderla come un balsamo per risanare le ferite che le abbiamo inferto. Dobbiamo riconoscere che per la cura della nostra persona spendiamo tempo e soldi, ma per curare la nostra anima forse non facciamo abbastanza.

La seconda domenica di Pasqua è stata dedicata da papa Giovanni Paolo II alla Misericordia in seguito alla richiesta fatta da Gesù stesso ad una semplice suora polacca, Faustina, oggi Santa. La suora è morta nel 1938 senza aver visto niente di tutto quello che, attraverso lei, il Signore ha fatto. Ha lasciato un diario che è una bellissima testimonianza della relazione d’amore che c’era tra lei e il Signore.

Cosa possiamo raccontare noi della nostra relazione con il Signore? Quanto tempo vi dedichiamo? Oggi, alla luce della Risurrezione, decidiamo di iniziare un cammino di conversione per permettere alla nostra anima di sorprendersi nel riconoscere le opere del Signore.

Tutti noi siamo presenti, in certo qual modo, nel brano del Vangelo nel quale viene raccontata la reazione di Tommaso all’annuncio della visita nel cenacolo di Gesù, vittorioso sulla morte.

L’incredulità di Tommaso è la nostra; ci sembra impossibile credere senza vedere e abbiamo dimenticato che anche la Piccola Vergine Maria ha creduto senza vedere ed è la testimone fedele della realizzazione delle promesse fatte da Dio al popolo ebreo nel corso degli anni. Si è fidata di Dio ed ha permesso, con il suo sì, il compimento della Salvezza. In chi riponiamo la nostra fiducia? Dov’è la nostra gioia? Dov’è la nostra partecipazione all’edificazione del Regno di Dio?

Oggi, festa della Divina Misericordia, giorno in cui l’amore del Signore viene messo a disposizione di tutti, approfittiamo per uscire alla luce e iniziare un nuovo cammino, fatto di gesti semplici. Vogliamo avvicinarci a Gesù senza timore, vogliamo ascoltare la Sua Parola, mangiare alla Sua Mensa con consapevolezza e gioia, perché era morto ed è tornato a vivere. Alleluia!

Signore ti ringrazio per la pazienza che hai avuto verso Tommaso, verso di me e verso tutte le persone che, non avendoti incontrato, faticano a credere. Ci siamo lasciati distrarre da tante cose, anche buone, e abbiamo perso l’appuntamento con Te, che sei la vita, il nostro unico bene. Ti abbiamo sfidato, abbiamo chiesto prove, così facendo abbiamo manifestato la nostra fragilità. Perdonaci. Davanti a Te i nostri meschini ragionamenti crollano e risplende la luce della Tua resurrezione. Concedi alle nostre labbra e al nostro cuore di dire ogni giorno, con fede: “Mio Signore e mio Dio”. Così sia.

CB.07.04.2013.MTM