Una donna, una bara, un corteo. Sono gli ingredienti di base del racconto di Nain che mette in scena la normalità della tragedia in cui si recita il dolore più grande del mon­do. Quel buco nero che in­ghiotte la vita di una madre, di un padre privati di ciò che è più importante della loro stessa vita. Quel freddo improvviso e spaventoso che ti stringe la gola e sai che d’ora in poi niente sarà più come prima. Quella donna era vedova, a­veva solo quel figlio, che per lei era tutto. Due vite preci­pitate dentro una sola bara. Quante storie così anche og­gi, quante famiglie dove la morte è di casa. Perché que­sto accanirsi, questa dismi­sura del male su spalle fragi­li? Il Vangelo non dà risposte, mostra solo Gesù che piange insieme alla donna, e sono due madri che piangono, so­no due vedove.

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