Ascolta il vangelo

Si rimane sempre colpiti dagli effetti nefasti che il male produce nella coscienza di chi compie il male. Agli occhi degli altri possono sembrare sicuri di se, ma in fondo vivono sempre con la paura di dover rendere conto. È questo che fa dire a Erode: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». La seconda cosa che colpisce del vangelo di oggi è la “scorretta” predicazione dello stesso Giovanni Battista: “Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!»”. Nella nostra società di individualisti ci è insopportabile dover rendere conto agli altri della nostra vita privata, ma la verità è che una persona non vale solo per ciò che in maniera vincente sa fare esternamente, ma anche per come sa gestire la sua vita ad intra. Giovanni Battista non vuole ingerire nella sfera privata, vuole salvare Erode che è diviso in una situazione che alla lunga non gli porterà nessuna felicità. Non a caso morirà in esilio e con infamia. Noi invece per quieto vivere cerchiamo di ignorare il male con cui delle volte chi amiamo è ostaggio. Per non litigare, non discutere, non passare per vessatori rimaniamo in silenzio davanti alle loro scelte sbagliate. Non abbiamo il coraggio di dire “guarda che sei infelice, perché vivi così?”. Ed è proprio questo nostro silenzio che ci rende complici. Il Vangelo di oggi ci sprona a diventare segno di contraddizione alla maniera del Battista, ricordandoci però che egli non fu mai un violento, ma solo un sincero. È sempre difficile dire la verità senza diventare violenti, ma la sfida cristiana è poter andare controcorrente alla maniera di Giovanni battista e non alla maniera dei crociati. Questo risulterà oltraggioso per qualcuno, ma Gesù ha chiesto esplicitamente a Pietro di deporre la spada, chi siamo noi per impugnarla nuovamente?

L. M. Epicoco