Ascolta il Vangelo

Come si potrebbe dire a una persona che esteriormente sembra il migliore di tutti, ma in realtà dentro si porta i frutti peggiori della morte? Gesù ci aiuta con le parole durissime del vangelo di oggi: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità”. La durezza di Gesù è proporzionale all’amore che prova per questa gente. La sua è la parresia dell’amore, la chiarezza di chi sa che soltanto dicendo la nuda e cruda verità magari ci si può svegliare. Ma delle volte è così dura la scorza che ci siamo costruiti intorno che nemmeno le martellate dell’amore possono demolire le nostre chiusure. E Gesù comunque continua a bussare, a battere, a martellare, nella speranza che qualcuno alla fine capisca che una vita vissuta con la morte dentro e l’ipocrisia fuori non rende felice nessuno. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Riusciamo a diventare maestri guardando la storia passata ma alla fine commettiamo nel presente i loro stessi errori. Sta parlando con me e con te. A noi sta rivolgendo queste parole dure. E noi come vogliamo reagire? Vogliamo anche noi indignarci? O vogliamo aprire questa porta e lasciare finalmente entrare aria pulita? L’ipocrisia finisce di essere un problema solo quando si decide di smettere di fingere di essere migliori e si accetta di essere bisognosi come tutto il resto del mondo. L’ipocrisia è quel guscio dentro cui ci rifuggiamo per non affrontare mai veramente l’incontro con la verità di noi stessi. Gesù ci dice non solo che quell’incontro è necessario, ma che Lui è con noi affinché non ne rimaniamo schiacciati.

L. M. Epicoco