Ascolta il Vangelo

“Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducéi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?»”. La domanda che il dottore della Legge fa a Gesù è una domanda interessata. Vuole capire se Gesù è preparato o predica un messaggio discordante con la tradizione. Gesù risponde citando parola per parola la Scrittura, ma alla citazione cambia l’ortografia, aggiunge una nuova punteggiatura, mette un “e” congiunzione, e trasforma il punto in virgola. Così al comandamento di amare Dio “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, Gesù ci aggiunge l’amore al prossimo: “E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. Attraverso questa “unione” Gesù riconcilia i due rischi che corriamo costantemente quando pensiamo alla fede e alla nostra vita: amare Dio fino a disinteressarci degli altri, o amare gli altri fino a dimenticare Dio. Le due cose devono stare sempre unite e parzializzarle significa cadere giocoforza in errore. “Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di Lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici»”. Vivere invece una religione fatta solo di olocausti e sacrifici significa dimenticare che l’unica cosa che rende davvero e pienamente culto a Dio è l’amore. “Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”. Infatti chi ha capito che è il cuore a dover funzionare e non il commercio dei meriti allora certamente non è lontano dalla strada giusta, anzi non è lontano dalla mèta stessa. Questo dottore della Legge da provocatore diventa convertito alla logica del Vangelo.

L. M. Epicoco