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La casa di Simone il fariseo fa da fondale alla storia del Vangelo di oggi. Gesù è a tavola in una casa ragguardevole quando ad un certo punto un imprevisto cambia il corso delle cose: “Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato”. Non sappiamo che cosa sta accadendo nel cuore di questa donna. Non conosciamo il dramma che prova. Sappiamo però che non gli importa nulla del giudizio degli altri, di essere rimproverata, fraintesa, accusata o cacciata. Ciò che conta per lei è poter piangere ai piedi di Gesù con un misto di gratitudine e amore. Ma a chi non sa che cosa significa essere perdonati non può capire l’eccesso di questa donna: “A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: (…) «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco»”. Il lungo elenco di omissione che Gesù fa a Simone sta a significare una verità immensa. Non possiamo considerarci migliori solo perché l’elenco di cose sbagliate che abbiamo fatto è corto. A volte l’elenco di tutto il bene che potevamo fare e non abbiamo fatto è lunghissimo e questo ci mette alla stregua di questa donna. È difficile poter incontrare Cristo pensando di meritarlo. Solo l’amore ci rende capaci di questo incontro.

Lc 7, 36-50

L. M. Epicoco