Una delle cose per cui mi manca più il carissimo padre Emidio sono i cazziatoni che mi faceva. Con una libertà, un affetto, una saggezza: da vero padre. A forza di sgridarmi, piano piano mi ha fatto capire alcune cose. E altre le sto capendo adesso, a distanza. Altre ancora, forse, non le capirò mai.

Una delle cose su cui più mi ha fatto cambiare atteggiamento è il modo in cui porsi quando qualcuno fa qualcosa di male (o che, almeno, tu avverti come male nei tuoi confronti). Ci sono tre regole, mi diceva: non parlare male di chi ti fa soffrire; non rispondere al male con il male; aspetta, ti capiterà senz’altro un’occasione per fare qualcosa di buono a chi ti ha fatto soffrire, e la relazione si sanerà. “E te lo dico – mi sembra ancora di sentire la sua voce – non perché devi esse bbona. Tu sei uguale agli altri. Te lo dico perché ti conviene. San Francesco diceva che se rispondi al male con il male ti prendi il male dell’altro come se fosse il tuo tesoro prezioso. Sei tu a scontare su di te, prendendoti la rabbia, il peccato dell’altro. Tu invece benedicilo. Lascia che il Signore prenda le tue parti. Affida a lui la tua causa”.

La prima volta che me lo ha detto ho pensato che forse alla fin fine anche lui potesse sbagliare qualche volta. Cioè, il principio è giusto, ed è tutto molto bello. Ma io ho troppo ragione. Ho faticato moltissimo ad ascoltarlo, nel senso proprio di stare lì davanti senza sbroccare. Continuavo a ripetere: ma io ho ragione. “Ma a che tte serve, ave’ ragione?” Sì ma io ho ragione (e qui di solito mi mandava a lumache).

Poi qualche volta ho provato. Non sempre. Non tutto. Qualche sparlatina mi sfuggiva (mi sfugge). Qualche mormorio, spesso e volentieri. Però qualche volta, poco poco, un pezzettino, sono riuscita a obbedire.

E, vi assicuro, è incredibile i miracoli che avvengono. Se tu non ti difendi da solo, il Signore agisce per te, come un leone. Vorrei poter raccontare ma dovrei scrivere parole che accusano qualcuno, però vi prego, credetemi, è una cosa miracolosa.

Il Vangelo è davvero, come diceva Emidio, una mappa del tesoro, ma in quanto tale va rispettata al centimetro se vuoi trovare il tesoro (e su questo sto cercando di scrivere un libro). Bene, se fai come dice la parola di Dio, se la prendi per quello che è realmente, cioè Pa-ro-la di Di-o, se provi a eseguirla (per esempio: a chi ti prende il mantello tu dai anche la tunica) poi davvero Dio interviene nella tua vita, sta con te, prende lui le tue parti. Non è che arriva il premio nascosto: il premio è lui stesso, è la familiarità con lui. È avere Dio come uno di famiglia. Che quando serve prende davvero, concretamente, visibilmente le tue parti. Non come una magia, ma proprio perché è così, semplicemente. Lui sta con te.

Raccontavo appena sabato a don Antonello Iapicca uno di questi casi in cui l’ho sperimentato, e lui mi ha ricordato di rileggere il salmo 37: “Affida al Signore la tua via: confida in lui ed egli agirà. Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui, non irritarti per l’uomo che trama insidie”.

E questo vale anche quando ti giochi qualcosa di grosso, per non rispondere al male col male: decidi di non far causa per i soldi, decidi di non vedere che un fratello ti sta fregando l’eredità, il collega la scrivania (racconto tutti casi in cui esploratori di questa mappa hanno deciso di seguirla, e ha funzionato: visto coi miei occhi). Dio prenderà le tue parti e “farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno”.

Anche io l’ho sperimentato, è vero. Solo che vederlo da sola, a volte è difficile, e molto più decidere di fidarsi. Come sempre, quando fatico a fare qualcosa, ci scrivo su un libro. Magari spiegandolo lo capisco.

dal blog di Costanza Miriano

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