Ascolta il Vangelo

Può sembrare davvero strano come la luce del Natale possa essere più volte turbata da fatti di sangue: prima la memoria del martirio di Stefano e oggi la strage degli innocenti. “Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi”. Ciò che colpisce di Erode è la reazione che ha davanti alla paura. Infatti è proprio la paura la radice della sua violenza. Sappiamo per certo che aveva fatto ammazzare nella sua vita diverse mogli e figli per paura di essere detronizzato, e oggi lo troviamo a sporcarsi nuovamente le mani di sangue per paura di un bambino nato in un villaggio periferico vicino Gerusalemme. La paura è una caratteristica del nostro essere umani ma può tirare fuori il peggio di noi. Sarebbe interessante poter guardare tutto ciò che di male facciamo e domandarci a quale paura corrisponde. Non esiste solo la violenza delle armi, ma quella delle parole, degli atteggiamenti, degli abusi di potere, dei silenzi, delle omissioni. Anche Maria ha paura, anche Giuseppe, anche tanti altri personaggi citati nel Vangelo, ma la grande diversità è nel modo con cui essi reagiscono. Maria vince la paura fidandosi, Giuseppe affrontando. Il vero problema non è cancellare la paura ma domandarci quanto essa ci deforma e quanto è capace di corromperci. Persino Gesù nel Getsemani ebbe paura ma la affrontò tenendo insieme l’opzione di Maria e quella di Giuseppe: si abbandonò al Padre e andò incontro ai suoi uccisori. Fidarsi e affrontare, ecco il binomio del Vangelo di oggi.
L. M. Epicoco