Ascolta il Vangelo

Dio non lo si riconosce così come siamo abituati a riconoscere le persone famose di questo mondo. Non è possibile indicarlo quando lo incontriamo per strada. Eppure Giovanni fa qualcosa di simile nel Vangelo di oggi: “Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!»”. Cosa spinge Giovanni a questa sicurezza, a questa certezza? Quale segno di riconoscimento ha Gesù per essere indicato come il Messia? Nulla di esteriore. Giovanni può fare questa dichiarazione di fede non a partire da qualche cosa di esterno ma da qualcosa di interiore a lui stesso: “Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio»”. L’esperienza che Giovanni Battista descrive è un’esperienza spirituale. Chi coltiva una vita spirituale è messo nelle condizioni di vedere e sentire cose che normalmente non possiamo né vedere né sentire. E non mi riferisco a cose che hanno il sapore dell’eclatante. Anzi quasi mai chi ha una sana vita spirituale si lascia trarre in inganno da segni ed esperienze che hanno più il sapore dei fuochi d’artificio che l’identità di cose del cielo. La capacità che nasce dalla vita spirituale non riguarda la sfera della sensazioni, delle emozioni o dei fenomeni straordinari, ma è la capacità di riuscire a capire dove Dio c’è e dove invece c’è solo una banale imitazione. Questa capacità spirituale ha un nome ben preciso: discernimento. Giovanni ha discernimento. Per questo può indicare con certezza Gesù e dire che è l’agnello di Dio.

L. M. Epicoco