Ascolta il Vangelo

“Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Se volessimo cercare la definizione più bella di evangelizzazione la potremmo trovare proprio in questi versetti del Vangelo di Giovanni. La potenza della descrizione che ne fa l’evangelista rende l’idea di ciò che è davvero l’annuncio cristiano. Le parole di Giovanni Battista non imprigionano i suoi discepoli, non li trattengono in quei malati sensi di colpa che tante volte le persone carismatiche volontariamente e involontariamente suscitano in chi le segue. Le parole di Giovanni ridestano nel cuore dei suoi discepoli il desiderio di Gesù. E questo desiderio è così potente che possono congedarsi anche dal loro primo maestro, Giovanni. Basterebbero questi versetti a metterci seriamente in un atteggiamento di verifica, di esame di noi stessi e delle nostre esperienze ecclesiali. Una Chiesa è tale solo se è Cristocentrica. E il Cristocentrismo nasce dal fatto che chi si mette alla sequela di Gesù lo si riconosce dalle domande che si porta nel cuore, dalla capacità di interrogarsi, di mettersi in discussione, di lasciare il certo per il Mistero, di ricercare Qualcuno più che qualcosa. L’idolatria infatti è sempre cercare “qualcosa” che ci rassicuri, il cristianesimo invece è abbandonare questo tipo di rassicurazione per metterci invece alla sequela di “Qualcuno” che non ci offre una casa ma un’esperienza: “Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete»”.

L. M. Epicoco