Ascolta il Vangelo
La festa dell’Epifania è accompagnata dal racconto del Vangelo di Matteo che fa emergere bene non solo la straordinaria attrazione che Gesù esercita su tutti, anche sui lontani, ma soprattutto ciò che accade nella vita di una persona quando si eclissa il desiderio che lo ha sempre guidato. La stella cometa infatti, che siamo abituati a piazzare nei nostri presepi o sui nostri alberi di Natale, ha la sua origine proprio in questa storia. È guardando la stella che i Magi si raccapezzano nel loro viaggio. Se dovessimo uscire fuori da metafora dovremo dire che ognuna delle nostre vite è sempre guidata da un motivo, da un desiderio di fondo che ci spinge ad andare avanti, a rischiare, a metterci in cammino. Ma se malauguratamente si perde di vista questa stella allora, come i Magi, rischiamo di prendere strade pericolose. La loro deviazione per la corte di Erode nasce proprio dall’assenza della stella. Non sanno che Erode vuole uccidere il bambino e la loro presenza allerterà il sovrano a tal punto che farà uccidere tutti i bambini del contado nella speranza di far fuori anche Gesù. C’è però una lezione da imparare anche da questa esperienza negativa: quando perdiamo di vista la nostra stella possiamo anche fare cose sbagliate, e farle non perché siamo cattivi ma solo perché siamo disperati. Persino in quel buio il Signore ci aiuta a ritrovare la strada: “Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”. Mi piace sempre pensare che la carità più grande che si possa fare a qualcuno è aiutarlo a ritrovare una gioia per cui valga la pena benedire anche il buio che si è attraversato.
L. M. Epicoco