Ascolta il Vangelo:

Cosa pensa la gente di me? Domanda Gesù ai suoi discepoli. E dopo aver incassato una serie di risposte, li incalza con una domanda ancora più seria: e chi sono io per voi? “Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno”. Che senso ha sapere la risposta giusta e non poterlo dire a nessuno? Il vero problema però sta in un dettaglio che non si riesce a cogliere subito. Perché Gesù non vuole che si sappia? Perché i discepoli non sono ancora pronti ad assumersi le conseguenze di quella verità. Infatti il verbo essere è inscindibilmente legato al verbo fare. Se io so chi sei, so anche cosa sei chiamato a fare. Gesù ci prova a dirlo: “E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo”. Ecco il vero problema: non puoi dire di aver davvero capito Gesù se poi rifiuti la logica della Croce. È il mondo che ragiona in questo modo. È il male che vuole instillare in noi una logica esclusivamente orizzontale, senza nessuna apertura verso l’alto. Vogliamo gli onori ma non accettiamo gli oneri: “Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»”. Che bella domanda: come pensiamo noi? Secondo Dio o secondo gli uomini?

L. M. Epicoco