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Il racconto dei discepoli di Emmaus rimane tra tutti i racconti della resurrezione quello che più ci riconsegna la pedagogia del Risorto. Gesù si accosta al dolore e alla rassegnazione di questi due discepoli che stanno ritornando a casa delusi dalla vicenda della sua morte in Croce. Essi sono incapaci a riconoscerlo. Ci sono delle cose nella vita che ci impediscono di vedere la realtà nella sua verità. Ma Gesù non si arrende, entra lentamente nella loro vita facendo domande e spiegando loro il senso delle esperienze che hanno fatto. Lo fa attraverso la spiegazione della Parola che diventa così la grande trama che aiuta i discepoli a comprendere ciò che è loro accaduto. E poi entrando nella locanda, attraverso il pane spezzato che simboleggia l’Eucarestia, apre loro gli occhi e li rende capaci di vedere ciò che fino ad un istante prima non riuscivano a vedere veramente. Tra il prima e il dopo c’è però un dettaglio che può essere davvero un aiuto al nostro discernimento: “Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”. Ci sono momenti in cui non riusciamo a vedere Gesù o a capirlo, ma sappiamo che Lui è con noi perché ci fa bruciare di nuovo il cuore per qualcosa di grande, e ci spinge a fare scelte senza più nessun indugio.

L. M. Epicoco