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Venite a me, voi tutti che siete affaticati.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

Commento di don Luigi Maria Epicoco:

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Questo singolo versetto ha il potere di intercettare tutte le nostre stanchezze e le nostre oppressioni. Gesù non è uno che interpreta ciò che ci schiaccia, ma uno che si occupa di prendere sul serio ciò che non riusciamo nemmeno più a esprimere, perché la vita delle volte ci mette così tanto alla prova che non abbiamo nemmeno più le forze, e necessitiamo di qualcuno che ci prenda in braccio e non di qualcuno che ci faccia la predica. È così che Gesù si pone nella pagina del Vangelo di oggi: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. Che è un po’ come dire: “Non vivere più come se fossi solo al mondo. Lascia che i pesi della tua vita poggino anche sulle mie spalle. Liberati dalla rabbia e dall’ansia di tenere tutto sotto controllo, e impara cosa significa il contrario di queste due cose, cioè la mitezza e l’umiltà di cuore. Chi vive così sente che la vita è più leggera di come spesso la percepiamo quando la viviamo da soli”. La nostra vita infatti è radicalmente diversa quando la viviamo abbracciati a Lui e non alle paturnie del nostro io.