Gesù insegnava come uno che ha autorità.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,21b-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore.

Commento di don Luigi Maria Epicoco:

L’esorcismo raccontato nella pagina del Vangelo di Marco accade in un luogo che non può lasciarci indifferenti: la sinagoga. Verrebbe da pensare che il demonio non dovrebbe trovarsi in un luogo sacro, in un recinto dove si coltiva la teologia, la liturgia, la relazione con Dio. Ma il Vangelo ci dice espressamente che il male non si trova solo nei bassifondi delle nostre città dove delinquenza, droga, sfruttamento fanno da padroni. Il male può alloggiare comodamente anche in ambienti dove la fede e la pratica religiosa sembrano avere il posto d’onore. Nessuno si scandalizzi, ma il demonio non ha problemi a lasciarci dire decine di rosari o a partecipare a innumerevoli messe. Il suo scopo è non far attecchire in noi il Vangelo e se per far questo deve ubriacarci di pratica religiosa allora egli ce ne darà ad oltranza. Il Vangelo, invece, quando è davvero ascoltato è sempre una rovina per la nostra mentalità mondana. Il Vangelo distrugge gli equilibri che ci creiamo da soli e forse anche in buona fede e che in realtà nascondono molta infelicità e la presunzione di salvarci da soli. Così può capitare che ti commuovi nel dire un’ave Maria, o nel cantare un canto particolarmente coinvolgente; Può capitare di intuire complessi ragionamenti che ti fanno fare piroette teologiche o dare il meglio di te nel curare fin nel più piccolo dettaglio la liturgia; O meglio ancora puoi militare nella Chiesa come la miglior guarda armata di valori e principi, e poi non essere disposto a perdonare il torto subito, a ribellarti alla Croce quando si presenta, a preferire l’orgoglio all’umiltà, a usare disprezzo invece di misericordia, a distruggere tuo fratello con la calunnia o il parlar male. Chi vive in questo modo percepisce il Vangelo come sale su una ferita. Per questo il demonio dice a Gesù: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». A cosa serve sapere che Gesù è il santo di Dio se poi non vogliamo lasciarci “rovinare” da Lui? Oggi dobbiamo smascherare il demonio ovunque esso si trovi.