Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,13-19

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Parola del Signore.

Commento di don Luigi Maria Epicoco:

“Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni”. Nell’esperienza degli apostoli non dobbiamo vedere solo l’esperienza riservata a ciò che oggi noi sappiamo essere i successori degli apostoli, cioè i vescovi e con essi i loro collaboratori, cioè i presbiteri e i diaconi. Credo che sia una lettura troppo riduttiva pensare che questo meccanismo di intimità e missione riguardi solo alcuni. Ogni battezzato è un chiamato. Ogni battezzato è tale perché è chiamato innanzitutto a stare con Gesù, a sentire in questa presenza la sua forza. Ogni battezzato in forza di questo amore presente e operante dentro la sua vita è abbastanza vaccinato da poter affrontare il male che si presenta a lui e vincerlo. Delegare invece l’intimità con Cristo e l’evangelizzazione ai soli preti, consacrati e consacrate è in realtà una grande tentazione di deresponsabilizzazione. Siamo in un momento storico in cui stiamo riscoprendo con più forza l’identità battesimale che tutti abbiamo. È riscoprendo la forza del battesimo che sentiamo rivolti a noi queste parole di predilezione. La vita cristiana non è divisa tra spettatori e protagonisti, ma si è cristiani solo se si è protagonisti. Nel Vangelo le folle non sono i discepoli. Le folle guardano e basta. Si emozionano, acclamano, condannano. Ma il popolo di Dio non è una folla, ma è il popolo dei discepoli. E si è discepoli proprio perché su ciascuno Gesù ha pronunciato il nome proprio; su ciascuno Gesù ha pregato e scelto. Non siamo massa, ma figli amati.